Roma, 5 mar – La Cina ha cercato lunedì difendere dalle critiche crescenti l’Iniziativa Belt and Road, il progetto per l’apertura di corridoi infrastrutturali euroasiatici promossa dal presidente Xi Jingping. Pechino ha reagito all’accusa di aver creato una trappola del debito per i paesi che diventano teatro di questi enormi investimenti.
A difendere il progetto è stato il portavoce del Congresso nazionale del popolo cinese, viceministro agli esteri Zhang Yesui, secondo il quale Pechino “assegna grande importanza al problema della sostenibilità del debito e non costringerà mai gli altri a cooperare su progetti né creerà alcuna trappola”.
Parlando alla 13ma sessione del Congresso, Zhang ha assicurato che Belt and Road punta a portare “migliore sviluppo e vantaggi per le nazioni partecipanti”. In tutto, secondo il funzionario, sono 157 i paesi che hanno firmato accordi nell’ambito del progetto, con 67 che si sono unite nel 2018.
A Pechino si terrà ad aprile il summit annuale sull’iniziativa. Quest’anno viene mentre diversi paesi hanno sollevato perplessità sul rischio di essere intrappolati nel debito con la Cina. In particoalre la Malaysia di Mahathir Mohamad, che ha cancellato un progetto, ma anche il Pakistan, dove è in corso di sviluppo il Corridoio economico Cina-Pakistan.