Roma, 5 mar – Si conferma la recessione tecnica in Italia ma la contrazione del Pil sul finale di 2018 si rivela meno accentuata di quanto inizialmente stimato. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e ha segnato una variazione nulla nei confronti del quarto trimestre del 2017. La stima diffusa il 31 gennaio aveva indicato un meno 0,2 per cento rispetto ai tre mesi precedenti, anche se la dinamica su base annua indicata all’opposto era migliore: più 0,1 per cento.
Il Pil della Penisola aveva segnato un calo dello 0,1 per cento già nel terzo trimestre e comunemente gli economisti inquadrano due trimestri consecutivi di contrazione con il termine recessione tecnica. La recessione vera e propria è quando il pil risulta in diminuzione su un intero anno.
Con una nota, l’istituto di statistica ricorda che il quarto trimestre del 2018 ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017. La variazione acquisita dal Pil per il 2019 è pari al -0,1%.
Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dello 0,3% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dello 0,7% e dell’1,3%.
“La nuova lieve flessione dell’attività, dopo quella del terzo trimestre – commenta l’Istat – avviene in presenza di una dinamica positiva molto moderata di consumi e investimenti, nonché di un andamento favorevole delle esportazioni nette, a cui si è contrapposto l’effetto negativo della contrazione delle scorte. Alla debolezza dell’attività produttiva ha corrisposto un contenuto calo dell’input di lavoro: le ore lavorate sono diminuite dello 0,3% e le unità di lavoro dello 0,1%”.