Milano, 11 mar – Un 2018 record per il private equity e il venture capital in Italia con un ammontare investito che ha sfiorato i 10 miliardi (9,788 mld) – il valore più alto mai registrato sul nostro mercato e quasi il doppio rispetto all’anno precedente – per un totale di 359 operazioni, in aumento del 15% rispetto alle 311 del 2017. E’ quanto emerge dall’analisi condotta da Aifi, in collaborazione con PwC. sul mercato italiano del capitale di rischio. Sul fronte degli investimenti, l’anno è stato caratterizzato da alcuni mega deal effettuati da grandi operatori internazionali, in particolare nel settore delle infrastrutture: ci sono stati 13 large e mega deal (operazioni con equity versato superiore a 150 milioni), con gli operatori internazionali che hanno investito il 66% in termini di ammontare.
Nel 2018 la raccolta sul mercato del private equity e venture capital è stata pari a 3,415 miliardi, in calo rispetto ai 6,23 miliardi del 2017, che era stato influenzato da alcuni closing di significativa importanza realizzati da alcuni soggetti istituzionali. Se si prende in considerazione solo la raccolta indipendente di soggetti privati l’ammontare è in crescita a 2,738 miliardi, quasi tre volte il dato del 2017 (920 mln).
“La raccolta realizzata nel 2018 ha visto il closing di oltre 25 operatori, la prima fonte sono state casse e fondi pensione”, ha spiegato il presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, “questo è un segnale che aspettavamo da tempo e che può essere un primo passo verso un allineamento europeo con gli investitori internazionali. Il sistema previdenziale è in tutti i paesi il principale investitore nei fondi di privare capital perché danno rendimenti maggiori per chi può investire in tempi relativamente più lunghi. Così facendo il sistema previdenziale investe anche in se stesso poiché promuove l’attività economica del paese e il lavoro, che è la sola fonte di finanziamento della previdenza”.