Roma, 18 mar – E’ ancora in forse il terzo voto parlamentare sull’accordo di divorzio tra la Gran Bretagna e l’unione europea, già bocciato sonoramente due volte dalla Camera dei Comuni. Downing Street ha annunciato che il voto, atteso al più tardi per mercoledì, non si terrà se non c’è una “prospettiva realistica” di successo. Tuttavia non ha escluso che si possa tenere, mentre molti ribelli conservatori, che avevano partecipato alle prime due sonore bocciature dell’intesa, hanno annunciato una marcia indietro. Il governo ha tempo per decidere fino a domani sera, quando dovrà mettere eventualmente la mozione nel calendario dell’aula di mercoledì.
I parlamentari la scorsa settimana hanno approvato un rinvio della Brexit, che potrà essere breve, fino al 30 giugno, se l’accordo già respinto verrà approvato in parlamento entro mercoledì. In questo modo il Regno unito non parteciperebbe alle elezioni europee. Se invece l’accordo non verrà approvato, la premier Theresa May giovedì si presenterà al vertice europeo chiedendo ai colleghi del Ventisette un rinvio più lungo.
Stamani un politico di primo piano del partito unionista nordirlandese, che appoggia la May ma finora ha sempre votato contro l’accordo con la Ue, ha detto che se anche il suo partito stavolta votasse a favore, l’intesa sarebbe bocciato dai ribelli interni al partito conservatore. Jim Wells, che siede nell’assemblea nordiralndese, ha detto alla Bbc4 che sarebbero ancora trenta i Tories pronti a votare contro l’intesa.
Vari fautori accesi della Brexit, tra cui l’ex ministra del lavoro e delle pensioni Esther McVey, hanno annunciato che stavolta sosterrebbero l’intesa e fonti di governo hanno fatto sapere che se gli unionisti nordirlandesi si convinceranno a votare a favore “potrebbe crearsi uno slancio”. Jacob Rees-Mogg, leader dell’European Research Group, che riunisce un’ottantina dei deputati conservatori più convinti sulla Brexit, ha detto che aspetterà di sapere cosa decideranno i dieci deputati unionisti nordirlandesi. “Un non accordo è meglio di un cattivo accordo, ma un cattivo accordo è meglio che restare nell’Unione europea” ha detto alla radio LBC. “L’accordo di May, per quanto sia cattivo, significa che siamo legalmente fuori dall’Unione europea”.
Ma altri Brexiters conservatori di primo piano continuano a essere contrari all’accordo. L’ex ministro degli Esteri Boris Johnson in un intervento sul Daily telegraph stamani ha ribadito la sua contrarietà mentre 22 deputati conservatori hanno scritto al quotidiano sostenendo che lasciare la Ue il 29 marzo senza un accordo sarebbe un “buon affare” per la Gran Bretagna.