Roma, 27 mar – La frenata del commercio globale si fa sentire sull’export dell’Italia, che a febbraio ha subito una contrazione del 2,2 per cento rispetto al mese precedente, sulla base dei dati destagionalizzati. Le importazioni hanno invece mostrato solo una limatura, con un meno 0,1 per cento. Lo riporta l’Istat, secondo cui la flessione delle esportazioni è estesa a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, con l’eccezione dei beni strumentali (+5,2%). Dal lato dell’import, la contrazione congiunturale è più intensa per i beni intermedi (-4%) e i beni di consumo durevoli (-3,1%).
Complessivamente nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta negativa (-0,6%), dice ancora l’istituto di statistica, con una flessione molto accentuata per l’energia (-26,8%) e di intensità minore per i beni strumentali (-2,1%). Nello stesso periodo, le importazioni sono in diminuzione congiunturale (-5,2%), determinata soprattutto dalla marcata flessione registrata dall’energia (-12,8%) e dai beni di consumo durevoli (-6,5%).
Il confronto su base annua risulta invece positivo: le esportazioni sono in aumento del 6,1% rispetto al febbraio del 2018. Le importazioni del 5,6%. Il saldo commerciale a febbraio 2019 è stimato pari a 2,162 miliardi, dice ancora l’Istat, rispetto a 1,975 miliardi si un anno prima. Secondo l’istituto le vendite di prodotti della cantieristica navale verso gli Stati Uniti contribuiscono per oltre due punti percentuali alla marcata crescita tendenziale dell’export nazionale verso i paesi extra Ue, cui si aggiunge la positiva performance delle vendite di macchinari e apparecchi e dei prodotti in pelle.