Milano, 2 apr – Nessuna bolla nè recessione mondiale all’orizzonte. Ne è convinto Steve Eisman, uno dei protagonisti del best seller di Michael Lewis, The Big short, la storia da cui è stato tratto il film La grande scommessa, al suo debutto in Italia. “Tutti mi chiedono quale sarà la prossima bolla, non credo che ci sarà una bolla adesso, mi spiace deludervi”, ha detto Eisman, interpellato a margine del Salone del Risparmio.
“Non vedo una crisi finanziaria da nessuna parte”, ha spiegato ancora Eisman, oggi senior portfolio manager di Neuberger Berman. “Io mi affido ai dati e nessun dato in questo momento indica una recessione, l’unico modo in cui potrebbe iniziarne una è che succedesse qualcosa, come per esempio se fallissero i negoziati commerciali Usa-Cina, questo potrebbe innescare una recessione, ma non ne vedo una all’orizzonte”.
Steve Eisman è tra i protagonisti del libro scritto da Michael Lewis per raccontare la crisi finanziaria innescata dai mutui subprime nel 2007. Lewis descrive la storia di alcuni investitori improbabili che hanno avuto la capacità di scorgere il crack dei mutui subprime. L’unico con un curriculum all’altezza era proprie Eisman, figlio di due broker, e anche lui analista finanziario e poi gestore di portafoglio azionario.
Eisman ha sempre nutrito una profonda avversione per Wall Street pur essendone un operatore. Decide così di aprire un fondo di investimento insieme ad altri quattro amici nel 2005. Fu tra i primi a vedere la crisi dei subprime e con il suo fondo investì quasi 150 milioni di dollari in Cds sui mutui subprime che fecero la sua fortuna.
Tra gli altri protagonisti Michael Burry, lauerato in medicina e medico internista con la sindrome di Asperger che a 28 anni decide di lasciare la professione e diventare un investitore.
Chi ha realizzato i maggiori guadagni con la crisi dei subprime non compare tuttavia nel libro di Lewis. E’ John Paulson, fondatore dell’hedge fund Paulson & Co nel 1994 dopo un periodo alla Bear Stearns. In un solo anno Paulson è riuscito a guadagnare 4 miliardi di dollari.