Roma, 11 apr – Negli ultimi 3 anni le adesioni regionali al Fascicolo sanitario elettronico sono aumentate del 90%. Oggi sono il 95% le Regioni attive e oltre 11 milioni i cittadini che hanno aperto un proprio fascicolo. Questi i dati di Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale che prosegue il percorso per migliorare la gestione dei dati sanitari e favorire la diffusione di questo strumento. Attualmente il 95% delle Regioni italiane dà la possibilità ai cittadini di attivare un fascicolo sanitario elettronico.

Il fascicolo può consentire di avere a disposizione in qualsiasi momento i propri dati clinici in formato digitale, eliminando la documentazione cartacea, quindi permettendo risparmi di costo e una migliore accessibilità delle informazioni sanitarie da parte del paziente, nonché delle Asl e delle strutture ospedaliere e facilitando così anche gli interventi di cura ordinari e straordinari.

Secondo le ultime rilevazioni nazionali, in ben 19 su 20 regioni risulta sia stato attivato almeno un fascicolo sanitario elettronico, con una crescita del numero di Regioni che consentono questa opzione del 90% negli ultimi 3 anni. Oggi le Regioni operative sono passate dalle 10 del 2016 alle attuali 19: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige, Umbria, Val d’Aosta, Veneto.

Mentre ammontano a 11 milioni e mezzo gli italiani che hanno dato il consenso all’apertura di un proprio fascicolo sanitario elettronico e hanno toccato complessivamente quota 239 milioni i referti digitalizzati. I dati sono stati oggetto di dibattito durante il convegno “La trasformazione digitale per integrare sanità e sociale”, organizzato da Agid e Cnr Icar in collaborazione con Fpa a Sorrento nelle giornate dell’8 e 9 aprile.

Prossimo obiettivo dell’Agenzia per l’Italia digitale, in collaborazione con tutti gli altri attori istituzionali, sarà quello di favorire un’evoluzione del fascicolo sanitario elettronico come punto di accesso unico delle informazioni cliniche del cittadino, secondo il paradigma once only, in base al quale le pubbliche amministrazioni dovrebbero evitare di chiedere agli utenti informazioni già in precedenza fornite. Il fascicolo potrà diventare lo strumento cardine per abilitare nuovi percorsi di cura e prevenzione personalizzati soprattutto per i malati cronici e gli anziani, anche in collegamento con i sistemi di telemedicina.

Nei mesi a venire l’Agid lavorerà alla definizione di nuove linee guida per migliorare e valorizzare la gestione dei dati che transitano su dispositivi medici, wearable device e fascicolo sanitario elettronico affinché possano integrarsi tra loro ed essere resi fruibili anche al mondo della ricerca. In questo modo i dati potrebbero essere utilizzati infatti, sempre nel rispetto della privacy degli utenti, per studiare l’incidenza di determinate patologie sulla popolazione o per avviare programmi nazionali di prevenzione, anche con il supporto delle tecnologie emergenti di Intelligenza artificiale.

In questo contesto, l’Istituto di Calcolo e reti ad alte prestazioni del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Icar) è attivamente impegnato nella progettazione e validazione di modelli architetturali.