Roma, 28 mar – Insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software, specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi, elettrotecnici: per le imprese, quasi 6 su 10 di queste professioni sono difficili da trovare. E’ quanto emerge dal rapporto Excelsior 2018 di Unioncamere e Anpal che mette in evidenza il problematico incontro tra la domanda di lavoro espressa dalle imprese dell’industria e dei servizi e l’offerta presente sul mercato. Un disallineamento che nel 2018 ha riguardato il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione di stipulare, 5 punti percentuali in più del 2017.
Si stenta a trovare addetti soprattutto nelle regioni settentrionali, dove il mercato del lavoro è più competitivo ed efficiente. Anche al Sud, però, dove i tassi di disoccupazione sono più che doppi rispetto al Nord, le difficoltà di reperimento riguardano comunque circa un lavoratore su cinque, e anzi per alcuni gruppi professionali sono maggiori nel Mezzogiorno che in altre zone del Paese.
La difficoltà di reperimento media del 26% sale addirittura nel caso dei giovani. Del milione e 267 mila contratti per i quali le imprese si sono dette orientate preferibilmente verso gli under 30, il 28% è ritenuto non facile da trovare, con punte del 62% per gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, del 45% per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione e del 43% per gli operai nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche.
Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro riguarda quasi il 40% dei 265 mila profili di dirigenti, professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione ricercate lo scorso anno dalle imprese. Quasi la stessa difficoltà di reperimento interessa anche le 603 mila entrate di profili tecnici e le 697 mila di operai specializzati. Il mismatch domanda offerta di lavoro interessa poi il 26,5% dei 649 mila conduttori di impianti, il 22,1% del milione e 238 mila profili qualificati nelle attività commerciali e nei servizi, il 19,5% dei 400 mila impiegati. Solo il 12,1% delle 701 mila professioni non qualificate risulta invece difficile da reperire.
Tra i primi 30 profili difficili da reperire, 19 riguardano professioni tecniche nell’ambito industriale (elettrotecnici, tecnici elettronici, tecnici meccanici) e nell’ambito dei servizi (agenti assicurativi, tecnici programmatori, agenti immobiliari). Nella filiera dell’elettronica e informatica si concentra una significativa richiesta di figure non facilmente reperibili sul mercato a diversi livelli di specializzazione (ingegneri elettrotecnici, analisti e progettisti di software, elettrotecnici, tecnici elettronici, installatori, manutentori e riparatori di apparecchiature informatiche, specialisti di saldatura elettrica).