Roma, 12 apr – Il trend di crescita delle PMI del Centro-Nord fa registrare una decisa accelerazione fino al 2017, con una piena uscita dalla crisi, pur rimanendo ampie le differenze regionali. Tre i possibili percorsi per il recupero di livelli più elevati di competitività: la capitalizzazione e la crescita dimensionale; l’apertura del capitale aziendale; la propensione all’esportazione. Nel bacino delle PMI sono presenti circa 4.000 imprese “eccellenti”: se aprissero il loro capitale a investitori istituzionali, gli effetti sul PIL sarebbero molto significativi. La quarta edizione del Rapporto PMI Centro-Nord, curato da Confindustria e Cerved, sintetizza così lo stato di salute e le prospettive a breve e medio termine delle PMI di capitali (tra 10 e 250 addetti) che operano nelle regioni più sviluppate del Paese.
Un gruppo assai rappresentativo, che vanta oltre 122 mila imprese: l’80% del totale delle imprese di capitali italiane di quelle dimensioni. 51 mila PMI sono localizzate nel Nord-Ovest, oltre 39 mila nel Nord-Est e circa 32 mila nelle regioni del Centro. Con oltre 750 miliardi di euro di fatturato, circa 3 milioni e 300 mila occupati, e 180 miliardi di euro di valore aggiunto, queste imprese valgono oltre il 10% del PIL italiano.
Il rafforzamento avviatosi con l’uscita dalla crisi è proseguito nel 2017: Nord-Ovest e Nord-Est hanno ormai recuperato il numero di imprese attive prima del 2007, mentre il Centro è ormai vicino a quella simbolica soglia. Al recupero ha contribuito una natalità d’impresa rafforzatasi a partire dal 2013, e che ha visto nascere, nel 2017, 62 mila nuove imprese nel Centro-Nord, in gran parte micro imprese da 1 a 9 addetti. Solo una parte delle nuove nate, dunque, è visibile nel campione.
Le imprese che ne fanno parte hanno conti economici in buona salute: anche nel 2017, infatti, e per il quinto anno consecutivo, i ricavi delle PMI del Centro Nord sono in crescita, facendo registrare i tassi più sostenuti osservati nel corso dell’ultimo decennio. L’intensità risulta leggermente più elevata al Nord (5,7%) rispetto al Centro (4,6%).
Allo stesso modo, il valore aggiunto, fa registrare l’incremento maggiore degli ultimi 10 anni: gli andamenti sono particolarmente brillanti nelle regioni del Nord-Est (+5,1%). Migliora anche la redditività lorda: il Nord-Est si conferma l’area più dinamica (con un MOL cresciuto del 4,6% nel 2017), seguito dal Nord-Ovest (+4,2%), mentre più contenuta è la crescita dei margini nelle regioni del Centro (+2,2%).
Nonostante il recupero degli ultimi 5 anni, il divario con i livelli di redditività lorda pre-crisi rimane significativo: il gap è particolarmente ampio nelle regioni del Centro (-37,6%), mentre è più ridotto, ma sempre molto evidente nel Nord-Ovest (-23,5%) e nel Nord-Est (-12,7%).
In rapporto al fatturato, gli utili tornano oltre i livelli pre-crisi (5,2% del fatturato nel Nord, 4,4% al Centro), grazie soprattutto al minor peso degli oneri finanziari. E continua il suo recupero la redditività netta sul capitale investito, sintetizzata dal ROE, pur restando ancora al di sotto dei livelli del 2007.
Anche se nel 2017 hanno ripreso cautamente a crescere (+1,7% su base nazionale, oltre il 2% nel Nord-Est e nel Centro), i debiti finanziari risultano significativamente più sostenibili, essendo pari a poco più del 60% del capitale investito nelle regioni del Nord e all’80% nel Centro, con livelli molto distanti da quelli del 2007, quando i debiti superavano abbondantemente il capitale netto.