Roma, 18 apr – Il 95% delle imprese ha sentito parlare almeno una volta di soluzioni Internet of Things per l’Industria 4.0, ma il reale livello di conoscenza è ancora limitato (con un punteggio di 6,5 su 10) e insufficiente fra le Pmi (5 su 10). È quanto emerge dal sondaggio condotto dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano su 129 aziende italiane. Anche il livello di diffusione dei progetti cambia a seconda della dimensione aziendale: il 58% del campione ha avviato almeno un progetto di Industrial IoT nel triennio 2016-2018, ma la percentuale sale al 73% fra le medie e grandi aziende e scende al 29% fra le piccole.
Le applicazioni più diffuse sono legate principalmente alla gestione della fabbrica (Smart Factory, 62% dei casi) per il controllo in tempo reale della produzione e la manutenzione preventiva o predittiva, seguite da quelle a supporto della logistica (Smart Logistics, 27%), focalizzate sulla tracciabilità dei beni internamente al magazzino e lungo la filiera, e dallo Smart Lifecycle (11%), per l’ottimizzazione del processo di sviluppo di nuovi modelli e aggiornamento prodotti. Più della metà dei progetti (58%) si trova ancora in fase pilota o di analisi preliminare. Una delle principali direzioni di sviluppo dell’Industrial IoT è l’analisi e gestione dei dati raccolti, ma soltanto il 33% del campione ha già iniziato a farlo (e chi lo fa è sempre soddisfatto dei benefici).
I principali fattori che spingono le aziende ad avviare progetti di Industrial IoT sono la possibilità di ottenere benefici di efficienza (75%) e di efficacia (58%), ma sono ancora tante le aziende che indicano come barriere all’adozione la mancanza di competenze (59%) e la capacità di comprendere a priori il valore delle soluzioni offerte (51%). Nonostante ciò, solo il 39% delle imprese intende sviluppare in futuro competenze IoT al proprio interno attraverso l’assunzione di personale specializzato o opportuni programmi di formazione indirizzati ai dipendenti già presenti in azienda. Al terzo posto tra i fattori che spingono le aziende all’avvio dei progetti, gli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0 (45%), che ha svolto negli ultimi due anni un’importante funzione di acceleratore per gli investimenti in digitalizzazione delle imprese.