Roma, 18 apr – Meno numerosi, più vecchi e con un trend in preoccupante aumento; sono del tutto insufficienti gli accessi ai corsi di laurea in medicina e alle scuole di specializzazione per compensare questa continua diminuzione di camici bianchi. Secondo le proiezioni dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane (basate sui dati del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Miur e del Ministero della Salute) dei 56 mila medici che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) perderà nei prossimi 15 anni saranno rimpiazzati solo il 75%, cioè 42 mila. Questo drammatico dato si avvererà considerato l’attuale numero di posti per i corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle scuole di specializzazione messi a bando ogni anno.

Secondo l’Osservatorio, che opera all’interno di Vithali, spin off dell’Università Cattolica presso la sede di Roma, nell’ipotesi che nel prossimo anno accademico 2019/2020 siano immatricolati 10 mila studenti, si può prevedere che di questa coorte circa 8.700 saranno laureati tra 6 anni, considerando poi le coorti successive, in 10 anni in Italia ci saranno circa 49 mila nuovi laureati in medicina e chirurgia. In conseguenza di quanto detto, è possibile prevedere che gli specializzati tra 15 anni saranno circa 42 mila.

“Questo scenario, determinatosi nel corso di anni in cui non è stata fatta una programmazione adeguata da parte delle autorità competenti, rischia di compromettere le basi portanti del SSN”, afferma Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che aggiunge: “in un mondo in cui la carenza di medici e di personale sanitario sta diventando drammatica, l’Italia aggiunge la miopia di finanziare la formazione di un numero importante di giovani medici e di ‘regalarli’ poi a Paesi in grado di accoglierli a braccia aperte”.

Sempre secondo le proiezioni dell’Osservatorio, per rimpiazzare i 56 mila medici in 15 anni saranno necessarie 13 mila e 500 immatricolazioni ai corsi di laurea in medicina e 11 mila posti di specializzazione. “Ma le Università dovranno essere attrezzate per formare circa 5 mila studenti in più ogni anno”, commenta Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane.
Il centro ha sviluppato un modello di previsione per stimare quanti medici e quanti specialisti (compresi i Medici di Medicina Generale) l’Italia avrà a disposizione nei prossimi anni.
“La dinamica della spesa sanitaria, a livello nazionale, nel corso degli ultimi 15 anni, è stata caratterizzata da un evidente rallentamento della crescita osservata dopo la prima metà degli anni ’90”, spiega Solipaca. La contrazione della spesa si è accentuata con l’introduzione dei Piani di Rientro, attivati per arginare il crescente aumento del deficit delle Regioni. Tra le voci di bilancio maggiormente colpite dagli interventi la spesa per personale dipendente del SSN, scesa nel 2016 al 30,6% del totale della spesa sanitaria pubblica.