Roma, 16 mag – Lo scorso anno le retribuzioni in Italia hanno tenuto rispetto all’inflazione. Con una media di 700 euro in più di Retribuzione Totale annua (Rta) (+2,2%) si mette a segno un saldo positivo sull’inflazione (all’1,1%) per gli stipendi del 2018. Nell’ambito delle diverse categorie, si conferma l’aumento significativo per i Quadri che raggiungono i 62.611 euro di RTA (+3,5% sul 2017) e per gli Impiegati a quota 32.082 euro (+2,8%); seguono gli Operai, che raggiungono un salario di 27.065 euro (+1,5%) e i Dirigenti, con una RTA di 130.679 euro (+0,9%), per un rapporto di 4,8 punti medi di Pay Ratio, ovvero di scostamento tra la retribuzione dei ruoli dirigenziali rispetto a quelli operativi.

Questa la fotografia di sintesi che emerge dalla 27a edizione del Rapporto sulle Retribuzioni in Italia elaborato da OD&M Consulting, società di Gi Group specializzata in HR Consulting, a partire da analisi che fanno riferimento ad un database di oltre 500.000 lavoratori del settore privato.

Nel 2018 – secondo la ricerca – la crescita media degli stipendi per quasi tutte le categorie è stata superiore all’inflazione; per Quadri e Impiegati si è registrata una tenuta anche rispetto all’indice dell’inflazione dei beni ad alta frequenza di consumo (1,8%). Soprattutto per Quadri e Impiegati è cresciuta, in particolare, la componente fissa dello stipendio, rispettivamente +3,4% e + 2,5%.

Il peso della retribuzione variabile percepita sulla retribuzione base ha raggiunto il 14,2% per i Dirigenti (equivalente a 16.240 euro), l’8,5% per i Quadri (4.880 euro), il 3,9% per gli Impiegati (circa 1.200 euro), il 3,4% per gli Operai (circa 880 euro). Tra i percettori effettivi il peso del variabile sul fisso arriva al 20,7% nel caso dei Dirigenti e al 13,1% per i Quadri.

Il gap di genere, pur rimanendo elevato, scende per quasi tutte le categorie, in particolare per i Quadri dove raggiunge il 4,2% . Nel 2018 un Dirigente uomo ha guadagnato 13.500 euro in più rispetto ad una collega donna, con un differenziale di 11,2%; lo stesso differenziale è stato raggiunto per gli Impiegati, mentre per gli Operai il gap rimane abbastanza stabile (8,7%), con un leggero incremento (1,3%).

Anche se gli uomini guadagnano sempre più delle donne, il gap diminuisce in particolare in quelle aree funzionali dove le donne sono maggiormente presenti e hanno maggiori possibilità di crescita professionale, ad esempio in ambito Risorse Umane, dove la differenza di retribuzione si riduce in misura significativa diventando inferiore al 2% per Quadri e Impiegati.

“In un contesto generale di crescita contenuta, ma in tenuta sull’inflazione, è da segnalare come il mercato stia riconoscendo in termini retributivi il peso organizzativo e strategico del Middle Management – precisa Miriam Quarti, Senior Consultant e Responsabile dell’area Reward&Performance di OD&M Consulting-. Questa categoria, si conferma, inoltre, anche come l’inquadramento dove il gap di genere si attenua maggiormente. A livello generale, infine, la ripresa di politiche retributive con l’utilizzo del variabile come sistema incentivante anche per Impiegati e Operai riflette la crescita di diffusione del Premio di Risultato, nonché la tensione per un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione aziendale nella ricerca di risultati e nello sviluppo di know how che permettano competitività anche in contesti mutevoli”.

Territori: l’area territoriale che paga di più è sempre il Nord Ovest, il differenziale più alto si registra per gli Impiegati che qui con 33.232 euro di RTA percepiscono il 18,4% in più dei colleghi al Sud e Isole (28.073 euro); seguono le retribuzioni del Nord Est e del Centro con scostamenti che si stanno sempre più assottigliando. Rimane in coda, invece, il Sud e le Isole: tuttavia il gap Nord-Sud raggiunge il minimo nell’ultimo quinquennio per i Dirigenti (2%).

Dimensione aziendale: dal punto di vista della dimensione aziendale, le differenze di stipendio fra le imprese di Medie e di Grandi dimensioni sono ridotte in particolare per Quadri (1,5% di scarto) e Impiegati (1,1%). Lo scostamento più rilevante tra Grande e Piccola azienda si registra per la categoria degli Operai che nelle Grandi imprese guadagnano il 21,5% in più pari a circa 5.000 euro di RTA, seguiti dai Dirigenti (20,9% di differenza per 24.590 euro), mentre il minore riguarda i Quadri che vedono un differenziale dell’11,1% per un totale di 6.414 euro. La dimensione aziendale è il fattore che ha più impatto sul variabile, specie per i Dirigenti per i quali raddoppia tra Piccola e Grande impresa (da 10.041 euro a 22.432 euro).

Macrosettori: la Finanza si conferma come il settore che paga di più Dirigenti (146.539 euro di RTA, il 12,1% in più rispetto alla media nazionale) e Quadri (64.389 euro), mentre l’Industria è quello che registra gli stipendi più alti per Impiegati (35.074 euro) e Operai (27.814 euro).

Istruzione: si conferma l’effetto premiante della laurea sugli stipendi; i giovani laureati, infatti, percepiscono una retribuzione più alta rispetto a chi non possiede tale titolo con una differenza che oscilla tra il 18,2% e il 19,6% sulla RTA in base agli anni di esperienza lavorativa conseguita. I laureati con 1-2 anni di esperienza (28.484 euro di RTA media) guadagnano più dei non laureati con 3-5 anni di seniority (25.595 euro) per un differenziale dell’11,3%.