Roma, 24 mag. – Molte luci ma altrettante zone d’ombra nell’Italia delle energie rinnovabili. Per la prima volta dopo 12 anni si riduce la produzione di energia prodotta da solare, eolico, bioenergie, così come vanno lentissimi gli investimenti nel settore. Dall’altro, invece, la nostra Penisola si conferma tra le nazioni più avanti nel mondo e con le maggiori opportunità su questo fronte, grazie a risorse fossil-free diffuse e differenti da nord a sud: oggi sono circa un milione gli impianti tra elettrici e termici installati in tutti i comuni italiani. È quanto rivela il rapporto Comuni Rinnovabili 2019 di Legambiente.
E non smentiamo la nostra fama di Paese del Sole: praticamente in ogni città, grande o piccola, è installato almeno un impianto fotovoltaico, mentre sono 7.121 quelli del solare termico; 1.489 quelli del mini idroelettrico (in particolare al centro nord) e 1.028 quelli dell’eolico (soprattutto al centro sud); 4.064 quelli delle bioenergie e 598 quelli della geotermia.
Grazie a questo mix di impianti distribuiti su tutto il territorio, ben 3.054 comuni sono diventati autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 50 per quelli termici, mentre sono 41 le realtà che sono già nel futuro, perché sono già rinnovabili al 100% per tutti i fabbisogni delle famiglie. In dieci anni la produzione da rinnovabili è cresciuta di oltre 50 TWh mettendo in crisi il modello fondato sulle fossili, con un contributo delle rinnovabili che è passato dal 15 al 35,1% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 18% in quelli complessivi. Ma molto di più dovremo fare per stare dentro l’Accordo di Parigi sul clima e purtroppo ci siamo fermati.