Roma, 30 mag – Il segreto per vendere casa velocemente e bene? Si chiama home staging e gli italiani stanno imparando a conoscerlo. A sostenerlo sono le due associazioni di categoria italiane che riuniscono i professionisti della valorizzazione immobiliare. Da un sondaggio svolto dall’Associazione Nazionale Home Staging Lovers e dall’Associazione Professionisti Home Staging Italia, emerge che, quando si allestisce l’immobile ad hoc, si riesce a trovare un compratore in media in 49,9 giorni, oltre 4 volte più velocemente rispetto ai 7,2 mesi della media italiana (fonte: Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia – Banca d’Italia, IV trimestre 2018). Il dato complessivo del venduto post home staging raggiunge il 91,6%.
E il fattore tempo, spiega la presidente di Home Staging Lovers Fosca de Luca, è fondamentale per concludere un buon affare: «In un mercato ribassista, è importante ridurre i tempi di vendita, perché vendere prima significa vendere a un prezzo superiore». I dati raccolti dalle associazioni di categoria evidenziano proprio questo aspetto: lo sconto medio post home staging è del 5,6% contro il 10,5% della media italiana rilevato sempre da Bankitalia. «E anche sul fronte delle locazioni a lungo termine – fa notare sempre de Luca – i nostri associati rilevano canoni annui del 10% più alti rispetto al mercato e media dei tempi di affitto di 10 giorni». L’home staging, inoltre, è un valido strumento per valorizzare anche gli immobili destinati al turismo, che si collocano sul mercato con un prezzo di locazione più alto del 20% e registrano un aumento del tasso di occupazione medio del 30%.
«Sono tutti dati che confermano la validità del lavoro svolto dagli home stager italiani, sempre più riconosciuti come figure chiave del mercato immobiliare, sia dagli addetti ai lavori, sia dal pubblico, che oggi comprende come l’investimento in home staging venga subito ripagato» afferma la presidente di Home Staging Lovers. Fino a pochi anni fa, infatti, la figura dell’home stager era poco conosciuta in Italia. Si tratta di un professionista che unisce diverse competenze – design d’interni, decorazione, fotografia e marketing immobiliare – per preparare le abitazioni alla vendita o all’affitto. Non una ristrutturazione, ma un allestimento temporaneo basato su colori, complementi d’arredo, elementi decorativi e illuminazione, completato da un servizio fotografico, studiato per attrarre il giusto target di compratori.
«È un lavoro in cui non ci si improvvisa – sottolinea de Luca – ed è per questo che puntiamo moltissimo sulla formazione per i nostri soci, sempre al passo con l’evoluzione del mercato». Nell’ultimo anno, Home Staging Lovers ha visto un aumento del 53% del numero degli iscritti in tutta Italia; nei primi mesi del 2019 ha ampliato l’offerta formativa, che è obbligatoria e gratuita per gli associati e aperta anche ai non soci, e rappresenta quindi una valida occasione per accostarsi a questa professione. Corsi e workshop della prima metà dell’anno comprendono per esempio appuntamenti focalizzati sulla comunicazione, sulla gestione del tempo e su Instagram, strumento diventato indispensabile e dove una casa, per spiccare fra le moltissime proposte, deve presentarsi con un’immagine attentamente curata.
Dal sondaggio effettuato dalle associazioni di categoria emerge inoltre che il fenomeno home staging riguarda tutto il territorio nazionale, a partire dalle grandi città, ma non solo. Il 61% dei lavori di home staging per la vendita si concentra infatti in tre regioni: Lazio (23%), Emilia Romagna (21%) e Lombardia (17%). A seguire Veneto e Sardegna (7% ciascuna), Toscana (6%), Umbria e Liguria (4%), Sicilia e Piemonte-Valle d’Aosta (3%). Per quanto riguarda gli allestimenti finalizzati agli affitti, guida la classifica il Lazio (31%), seguito da Lombardia (20%), Piemonte-Valle d’Aosta ed Emilia Romagna (9,5%), Sicilia e Sardegna (6% rispettivamente), Toscana, Abruzzo-Molise e Marche (3% ciascuna). La classifica degli interventi su immobili turistici vede al primo posto il Lazio (19%); a seguire Veneto (14%), Lombardia (12%), Sardegna, Emilia Romagna e Toscana (9,5% ciascuna) Sicilia, Umbria e Piemonte-Valle d’Aosta (5%).