Roma, 31 mag – Crescono gli infortuni sul lavoro e crescono anche gli incidenti mortali tra gennaio e aprile. A rilevarlo è l’Inail nel report sui primi 4 mesi dell’anno. Le denunce presentate all’Istituto tra gennaio e aprile sono state 210.720 (+2,4% rispetto allo stesso periodo del 2018), 303 delle quali con esito mortale (+5,9%). In lieve aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 21.224 (+164 casi).

Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro lo scorso mese di aprile sono state 210.720, in aumento di circa 4.900 casi (+2,4%) rispetto alle 205.826 del primo quadrimestre del 2018, spiega l’Istituto nazionale per l’assicurazione sugli infortuni da lavori.

I dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 177.216 a 180.311 (+1,7%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un incremento pari al 6,3%, da 28.610 a 30.409.

Ad aprile 2019 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato dell’1,2% nella gestione Industria e servizi (dai 153.737 casi del 2018 ai 155.588 del 2019), del 5,8% in Agricoltura (da 9.641 a 10.199) e del 5,9% nel Conto Stato (da 42.448 a 44.933).

L’analisi a livello territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio in tutte le ripartizioni geografiche: Nord-Ovest (+2,0%), Nord-Est (+3,2%), Centro (+3,1%), Sud (+0,9%) e Isole (+1,1%). Tra le regioni che hanno fatto registrare gli incrementi percentuali maggiori spiccano l’Umbria (+8,6%), la provincia autonoma di Bolzano (+5,3%), il Veneto (+4,4%) e la Sardegna (+4,2%), mentre i decrementi riguardano la Valle d’Aosta (-5,3%), la provincia autonoma di Trento (-4,5%) e, con cali inferiori, Abruzzo, Calabria e Sicilia.

L’aumento che emerge dal confronto dei primi quadrimestri del 2018 e del 2019 è legato sia alla componente maschile, che registra un +2,2% (da 129.998 a 132.811 denunce), sia a quella femminile, con un +2,7% (da 75.828 a 77.909).

L’incremento percentuale è stato maggiore per i lavoratori extracomunitari (+6,2%, da 23.695 a 25.167 infortuni denunciati), seguiti da quelli italiani (+1,9%, da 174.449 a 177.766) e comunitari (+1,3%, da 7.681 a 7.784). Dall’analisi per classi di età emergono aumenti generalizzati in tutte le fasce, con l’unica eccezione di quella centrale, compresa tra i 35 e i 49 anni, che registra una flessione dell’1,7%.

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di aprile sono state 303,17 in più rispetto al primo quadrimestre 2018 (+5,9%).

A livello nazionale, i dati rilevati al 30 aprile di ciascun anno evidenziano 14 denunce in più di casi mortali avvenuti in occasione di lavoro (da 190 a 204) e tre in più di quelli occorsi in itinere (da 96 a 99). A livello gestionale, l’Agricoltura ha registrato un aumento di 12 denunce (da 21 a 33) e l’Industria e servizi di nove (da 259 a 268), a fronte di quattro casi in meno nel Conto Stato (da 6 a 2).

Dall’analisi territoriale emerge un aumento dei casi mortali solo al Centro e nel Meridione del Paese: 15 in più al Centro (da 54 a 69), 17 in più al Sud (da 47 a 64) e nove in più nelle Isole (da 21 a 30). Nel Settentrione si rileva invece una diminuzione sia nel Nord-Est (da 80 a 61) che nel Nord-Ovest (da 84 a 79). A livello regionale, spiccano i 10 casi mortali in più denunciati in Puglia e Sicilia e gli 11 in meno in Veneto.

L’analisi di genere ha mostrato, tra il primo quadrimestre del 2019 e del 2018, un andamento opposto tra i due sessi: 29 casi mortali in più per gli uomini (da 248 a 277) e 12 in meno per le donne (da 38 a 26).