Roma, 3 giu – L’economia italiana continua a galleggiare, tra consumi fiacchi, export frenato e tassi alti. E’ analisi del centro studi di Confindustria (Csc) nella consueta “Congiuntura flash”. Le prospettive per gli scambi globali, in calo negli ultimi due trimestri, “restano negative”, dice il Csc, specie a causa della possibile escalation protezionistica Usa-Cina: gli ordini esteri del Pmi segnalano ancora flessione (49,4 in aprile). L’incertezza globale, però, è scesa dai massimi di fine 2018. Nel secondo trimestre il Pil italiano è atteso “ancora debole”, dopo che nel primo ha smesso di ridursi (+0,1%).
Lo scenario, infatti, resta “fragile”. La produzione industriale è attesa in calo ad aprile e in recupero a maggio. Nel trimestre sarebbe in flessione (stime Csc). Preoccupa il basso livello degli ordini industriali domestici, pur risaliti di poco a maggio. L’indice Pmi (Purchasing Managers’ Index) ha recuperato nella manifattura, ma resta in zona contrazione (49,1 in aprile). L’opposto nei servizi (50,4).
L’export finora tiene. Le vendite di beni sono risalite di poco A marzo (+0,1%), dopo il calo di febbraio, in linea con il rimbalzo delle vendite tedesche. Nel primo trimestre l’export italiano di beni e servizi è cresciuto appena (+0,2%), l’import è caduto (-1,5%), segnalando debolezza della domanda interna. L’export è sostenuto dall’accelerazione in Svizzera, Regno Unito (anche per anticipare possibili scenari negativi), Usa, Giappone. Resta debole in Turchia, America del Sud, Medio Oriente. Le indicazioni per il secondo trimestre sono incerte: ordini esteri in flessione nel manifatturiero, ma euro che gioca a favore.
Investimenti solo in costruzioni. Positivo primo trimestre 2019 per gli investimenti (+0,6%), grazie a quelli in costruzioni; in calo invece quelli in impianti e macchinari. Dagli indicatori per il secondo, pochi buoni segnali. A maggio la fiducia delle imprese è risalita, tornando ai livelli di fine 2018: il recupero è marcato nelle costruzioni, molto meno nel manifatturiero. Le condizioni in cui operano le aziende sono viste in peggioramento nel trimestre (indagine Banca d’Italia). E ad aprile-maggio gli ordini interni dei produttori di beni strumentali sono rimasti fermi sui livelli del primo trimestre, più bassi rispetto a fine 2018.
Consumi ancora deboli. La spesa delle famiglie ha registrato un modesto +0,1% nei primi tre mesi del 2019. L’ha sostenuta l’occupazione, cresciuta a marzo (+48mila unità nel primo trimestre). Gli indicatori per il secondo forniscono segnali misti: la dinamica dei consumi resterà fiacca. L’Icc ad aprile è aumentato dello 0,2% e la fiducia delle famiglie ha recuperato a maggio, sul clima economico e su quello personale, pur restando sotto i valori del primo trimestre. Ma le immatricolazioni di auto sono diminuite in aprile e gli ordini interni dei produttori dei beni di consumo sono peggiorati in aprile-maggio.
Tassi troppo alti, credito in calo. A maggio il tasso sul Btp decennale è rimasto in media quasi invariato al 2,50%, lontano dai picchi. Ma è ancora mezzo punto sopra i valori di inizio 2018 e un punto e mezzo oltre il tasso in Spagna, che invece è in discesa. Ciò penalizza la competitività italiana. Il costo del credito resta ai minimi (1,4% a marzo), ma la stretta d’offerta ha già condotto in calo i prestiti alle imprese (-0,7% annuo). La Borsa ha sofferto a maggio (-9%), specie le quotazioni bancarie (-18%).