Milano, 4 giu – La maggior parte delle persone smette di sentirsi giovane in occasione del quarantesimo compleanno ma solo molto dopo, non prima di avere sessant’anni, inizia a sentirsi vecchia. Lo attestano i risultati del sondaggio mondiale “Eterna Gioventù”, realizzato da Doxa in collaborazione con WIN (network internazionale di società di
ricerca di mercato e di opinione pubblica di cui è socio fondatore), che ha coinvolto 31.890 persone in 41 Paesi.
Il 40esimo compleanno è il momento in cui, in media, le persone di tutto il mondo smettono di sentirsi giovani. Tuttavia, dal sondaggio emerge che ci sono grandi differenze tra i vari Paesi riguardo l’età in cui avviene questo cambiamento di percezione. Nelle Filippine, ad esempio, si smette di sentirsi giovani a 29 anni mentre in Italia questo avviene a 60 anni.
Rispetto allo sentirsi vecchi, invece, il sessantesimo compleanno è per la stragrande maggioranza delle persone di tutto il mondo, l’età in cui si inizia a sentirsi vecchi. È da notare che le persone dichiarano che inizieranno a sentirsi vecchie molto dopo rispetto a quando smettono di sentirsi giovani. E gli over 65 dicono che inizieranno a sentirsi vecchi quando saranno ancora più maturi. C’è una certa coerenza in alcuni Paesi sull’età in cui le persone iniziano a sentirsi vecchie, come in Giappone (47 anni), Malesia (46) e Cina (44),
mentre in altri, come Italia e Finlandia, l’età di riconoscimento della vecchiaia è la più alta in assoluto (70 anni).
Due terzi delle persone in tutto il mondo, poi, credono che la società non si prenda abbastanza cura né degli anziani né dei giovani. Su base geografica, l’85% delle persone nelle Americhe ritiene che la società non si occupi abbastanza degli anziani. Soglia che crolla al 40% tra le persone degli Stati dell’Asia Pacifica (Apac).
“L’invecchiamento della popolazione – ha dichiarato Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa e presidente di WIN – è una delle grandi sfide del XXI secolo. È quindi molto importante capire questo processo e con che modalità le persone si collocano lungo la linea che parte dalla certezza di far parte della gioventù e giunge infine alla constatazione della inevitabile vecchiaia. Dal nostro studio, emerge che quando siamo molto giovani, crediamo che lo saremo per un tempo molto lungo, ma man mano che passano i compleanni cominciamo a dubitare di questa ipotesi e a un certo punto smettiamo di considerarci tali. Nel mondo questo passaggio si colloca in
media attorno al 40esimo compleanno, mentre in Italia si aspetta fino a 60 anni per prendere atto di questo irreversibile passaggio evolutivo”.
“Tuttavia – ha aggiunto – sentirsi vecchi è qualcosa di diverso, una percezione che si instaura solo 20 anni dopo che smettiamo di sentirci giovani. In questo lungo spazio esistenziale si devono quindi collocare le riflessioni e i necessari interventi sociali e culturali per far fronte alle sfide generazionali innescate dall’invecchiamento”.