Milano, 4 giu – L’ultimo decennio è stato caratterizzato da una vera e propria esplosione dei dati, al punto che si prevede che entro il 2025 genereremo oltre 175 Zettabyte di dati all’anno, una crescita di quasi due terzi rispetto al 2018. E’ evidente la necessità che le aziende hanno di gestire e proteggere le informazioni dal momento che una scarsa gestione dei dati può costare a un’azienda fino a 20 milioni di dollari l’anno. Secondo una ricerca di Veeam Software, il 73% delle organizzazioni ammette di non essere in grado di garantire agli utenti un accesso ininterrotto a dati e applicazioni.
Lo studio evidenza, tuttavia, come le aziende stiano agendo per combattere questo problema: il 72% prevede di adottare strategie di Cloud Data Management, spesso sfruttando le possibilità offerte dal cloud ibrido, per avere successo e ottenere un maggior valore dai loro dati. Lo studio ha intervistato oltre 1.500 leader di business e IT in 13 paesi, tra cui l’Italia, evidenziando come queste figure professionali siano consapevoli dell’importanza che la gestione dei dati riveste per il successo del loro business, indicando tra i benefici una maggiore produttività nell’immediato e la possibilità di effettuare una vera business transformation nel futuro.
Le aziende stanno adottando tecnologie come cloud, o cloud ibrido, Big Data, Intelligenza artificiale e Internet of Things per accelerare il proprio successo e, in media, investiranno 41 milioni di dollari nel 2019 per inserire queste tecnologie e creare trasformazione. Quasi la metà degli intervistati ammette che la protezione dei dati è indispensabile per poter sfruttare questi investimenti. E’ allarmante notare che solo il 37% delle aziende ha molta fiducia nelle attuali soluzioni di backup, e la maggioranza (73%) degli intervistati ammette di non essere in grado di soddisfare le richieste degli utenti.
Secondo gli intervistati, i benefici prodotti dall’implementazione di iniziative digitali sono molteplici: in media, sono stati stimati 124 milioni di dollari di fatturato aggiuntivo per azienda ogni anno. I risultati della ricerca mettono però in luce la una grande disparità in termini di investimenti in digital transformation e alcune delle maggiori economie mondiali rischiano di dover recuperare un grosso ritardo. Il 41% delle imprese giapponesi e il 48% di quelle brasiliane hanno descritto matura la gestione dei dati, rispetto a poco più di un quarto delle aziende in Francia e Germania, e all’11% nel Regno Unito. Il cambiamento non sembra essere all’orizzonte: le aziende giapponesi e brasiliane intendono investire in media 105 milioni di dollari e 73 milioni di dollari rispettivamente in Intelligent Data Management nei prossimi 12 mesi, cifre nettamente superiori all’investimento medio previsto nel Regno Unito (14 milioni di dollari), Cina (17 milioni di dollari) e Stati Uniti (38 milioni di dollari).