Roma, 10 giu – Per la maggior parte degli italiani (96%) la principale conseguenza di un mondo più sostenibile è il miglioramento della qualità della vita. Per ottenerla, città smart e lo sviluppo di una mobilità intelligente sono ingredienti significativi. E se la maggioranza dei cittadini (55%) è concorde sul fatto che ciascun individuo può impegnarsi per un mondo migliore, senza l’intervento concreto di istituzioni e media non si va lontano.
È questo uno dei trend che emerge dalla ricerca «Sostenibilità, smart city e smart mobility», condotta su un campione di 1.500 Italiani e realizzata in collaborazione con Doxa dal Corporate Vehicle Observatory (CVO) di Arval Italia.
Dati alla mano, per il 62% degli Italiani una migliore qualità della vita si traduce nel vivere in città meno inquinate; seguono, per il 51% dei connazionali, il contribuire al risparmio di risorse come energia e acqua e, ancora, l’opportunità di avere migliori servizi di trasporto pubblici (42%). La garanzia di una buona qualità della vita risulta dunque collegata in primo luogo alla possibilità di essere in salute, evocando la necessità di una gestione sana e consapevole delle principali risorse naturali.
Se il bisogno di vivere in un mondo sostenibile è condiviso all’unanimità (per l’81% è importante per ogni persona, per il 18% per i propri figli e nipoti), meno condivisa è la fiducia nella sua realizzazione. Sul futuro, infatti, gli italiani sono spaccati a metà: solo il 50% pensa che tra 5 anni il mondo sarà davvero migliore. Tra gli elementi principali che fanno ben sperare chi vede rosa, c’è l’attenzione al bene dei propri figli (56%) che potrà spingere a comportamenti più virtuosi e il ruolo dei media (54%), ritenuto utile per far comprendere i benefici che derivano da un mondo più sostenibile. Gli interessi economici (68%) e l’egoismo delle persone (55%) frenano invece la fiducia in un futuro migliore.