Roma, 13 giu – Nel Nord-ovest si spendono mediamente, in termini assoluti, circa 800 euro in più che nelle Isole, e cioè il 38,6% in più in termini relativi, ma il divario scende sotto il 40% per la prima volta dal 2009 (nel 2017 era al 45%). E’ la fotografia scattata dall’Istat nel report “Le spese per i consumi delle famiglie” nel 2018.

A pesare di più sulle spese delle famiglie nel Sud e nelle Isole, dove le disponibilità economiche sono generalmente minori, le voci destinate al soddisfacimento dei bisogni primari, quali ad esempio quelle per i beni alimentari: rispetto alla media nazionale (18,0%), la quota per la spesa alimentare è il 22,9% nel Sud e il 21,3% nelle Isole, mentre nel Nord-est si ferma al 16%.

Le regioni con la spesa media mensile più elevata sono Lombardia (3.020 euro), Valle d’Aosta (3.018 euro) e Trentino-Alto Adige (2.945 euro); in particolare, nel Trentino-Alto Adige si registrano, rispetto al resto del Paese, le quote più elevate di spesa per Servizi ricettivi e di ristorazione (6,2% contro il 5,1% di media nazionale) e per Beni e servizi ricreativi, spettacoli e cultura (6,1% contro il 5%).

La Calabria si conferma la regione con la spesa più contenuta, pari a 1.902 euro (1.118 euro meno della Lombardia), seguita dalla Sicilia (2.036 euro mensili). In Calabria la quota di spesa destinata a prodotti alimentari e bevande analcoliche raggiunge il 23,4%, l’incidenza più alta dopo quella registrata in Campania (23,8%).

I livelli e la composizione della spesa variano a seconda della tipologia del comune di residenza. Anche nel 2018, nei comuni centro delle aree metropolitane le famiglie spendono di più: 2.866 euro mensili, +228 euro rispetto alle famiglie residenti nei comuni periferici delle aree metropolitane e in quelli con almeno 50 mila abitanti e +417 euro rispetto alle famiglie residenti nei comuni fino a 50 mila abitanti che non appartengono alla cerchia periferica delle aree metropolitane.

Nei comuni centro di area metropolitana si registra la più bassa quota destinata ad Alimentari e bevande analcoliche (15,0%, contro 19,1% dei comuni periferia delle aree metropolitane e fino a 50 mila abitanti); lo stesso vale per le quote di spesa destinate ad Abbigliamento e calzature (rispettivamente, 4,0% e 4,8%) e Trasporti (8,7% contro 12,4%).

Al contrario, nei comuni centro di area metropolitana le quote più elevate di spesa si registrano per Abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili (41,2%, molto sopra il dato medio nazionale, contro 33,0% dei comuni periferici delle aree metropolitane e fino a 50 mila abitanti) e per Servizi ricettivi e di ristorazione (rispettivamente, 5,6% e 4,8%).
Le quote di spesa destinate alle altre tipologie di beni e servizi non registrano, invece, particolari differenze al variare del tipo di comune di residenza.