Roma, 13 giu – Oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) dovranno presentarsi alla cassa per l’Imu/Tasi. Con l’acconto del prossimo 17 Giugno, infatti, si verseranno 10,2 miliardi di euro per Imu/Tasi: il conto totale, al saldo del prossimo dicembre, sarà di 20,5 miliardi di euro. È quanto emerge dal rapporto Imu/Tasi 2019 elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della UIL.

Il costo medio complessivo dell’Imu/Tasi su una “seconda casa”, ubicata in un capoluogo di provincia sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la rata di giugno) con punte di oltre 2 mila euro nelle grandi città. Prendendo in considerazione i costi dell’Imu/Tasi sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio sarà di 2.610 euro (1.305 euro con l’acconto), con punte di oltre 6 mila euro.

Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) dovrà versare l’Imu/Tasi con l’aliquota delle seconde case, con un costo medio annuo di 56 euro (28 euro con l’acconto), con punte di 110 euro annui.

La media dell’aliquota applicata per le seconde case tra Imu e Tasi ammonta al 10,4 per mille e in molti comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata “l’addizionale Tasi” fino a un massimo dello 0,8 per mille, e introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi comuni l’aliquota fino all’11,4 per mille. In oltre 200 comuni, quest’anno, le aliquote sono state riviste al rialzo, tra cui 4 città capoluogo (Torino, La Spezia, Pordenone e Avellino).

In particolare ad Avellino l’aliquota per le seconde case e altri immobili tra Imu/Tasi sale dal 10,5 per mille al 10,6 per mille; a Torino si sono modificate alcune aliquote e, in particolare, l’aliquota sulle case affittate a canone concordato sale dal 5,75 per mille al 7,08 per mille, mentre, quella a canone libero, dal 8,6 per mille al 9,6 per mille; a La Spezia, sempre sulle case affittate a canone concordato, l’aliquota sale dal 4,6 per mille al 6 per mille; a Pordenone sui negozi sfitti l’aliquota sale al 10,6 per mille. Di segno opposto le scelte fatte a Firenze, Grosseto, Pavia, Lucca, Taranto, Biella, Vercelli dove le aliquote scendono.