Roma, 18 giu – Nel mondo una persona su tre continua a soffrire a causa dello scarso accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Circa 2,2 miliardi di persone nel mondo non hanno servizi di acqua potabile gestiti in sicurezza, 4,2 miliardi non hanno servizi igienici gestiti in sicurezza e tre miliardi non hanno dei servizi di base per lavarsi le mani.
Secondo il rapporto del programma congiunto di monitoraggio “I progressi per l’acqua potabile e i servizi igienico-sanitari: 2000-2017: Focus speciale sulle disuguaglianze”, mentre sono stati ottenuti progressi significativi verso l’accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari di base, si riscontrano forti lacune nella qualità dei servizi forniti.
Il rapporto rivela che 1,8 miliardi di persone hanno ottenuto accesso a servizi di base per l’acqua potabile dal 2000, ma esistono forti disuguaglianze nell’accessibilità, disponibilità e qualità di questi servizi.
Si stima che una persona su dieci (785 milioni) non abbia ancora servizi di base per l’acqua, fra cui 144 milioni di persone che bevono acqua non trattata di superficie. I dati dimostrano che otto persone su dieci che vivono in aree urbane non hanno accesso a questi servizi e in un Paese su quattro con stime per diverse fasce di reddito, la copertura di servizi di base fra coloro con reddito maggiore era almeno di due volte più alta rispetto a coloro con reddito inferiore.
Il report sottolinea che 2,1 miliardi di persone hanno ottenuto accesso a servizi igienici di base dal 2000, ma in diverse parti del mondo i rifiuti prodotti non sono gestiti in sicurezza; rivela inoltre che due miliardi di persone non hanno ancora servizi sanitari di base, di cui 7 su 10 vivono in aree rurali e un terzo nei paesi meno sviluppati.
Nuovi dati, inoltre, dimostrano che nel 2017 tre miliardi di persone non avevano servizi di base per il lavaggio delle mani con sapone e acqua a casa. Circa tre quarti della popolazione dei paesi meno sviluppati non ha servizi di base per lavare le mani. Ogni anno 297 mila bambini sotto i cinque anni muoiono a causa di diarrea legata a servizi idrici e igienico-sanitari inadeguati. Gli scarsi servizi igienico-sanitari e l’acqua contaminata sono legati anche alla trasmissione di malattie come colera, dissenteria, epatite A e tifo.