Roma, 19 giu – Cresce il risparmio degli italiani. Nel 2018 si è ampliato fino a 4.244 miliardi di euro il portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie italiane, in cui emerge il boom continuo del contante, pari a 1.379 miliardi di euro, il 7,5% in più rispetto al 2015. Un valore che è superiore al Pil della Spagna, corrispondente a quello di un Paese che si collocherebbe al quarto posto nella graduatoria delle economie della Ue post-Brexit, dopo Germania, Francia e la stessa Italia. Rispetto al 2008 il contante è aumentato di 201 miliardi di euro, un valore pari al Pil del Portogallo. Il cash che non smette di aumentare nei portafogli delle famiglie è la terapia contro l’incertezza. Il 64,1% degli italiani accantona soldi. Di questi, il 66,1% per fronteggiare spese impreviste e il 52,3% per sentirsi le spalle coperte.
È la fotografia che emerge dalla ricerca “Dal cash cautelativo alla protezione” realizzata dal Censis per il Forum Ania-Consumatori, fondazione costituita dall’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici).
Non tutti risparmiano, però. Il 35,9% degli italiani non ci riesce, il 25,2% lo fa fino al 5% del proprio reddito mensile, il 23,6% tra il 6% e il 15%, il 10,5% tra il 15% e il 20%, il 4,9% oltre il 20%. C’è una forte polarizzazione nella capacità di crearsi difese monetarie proprie. Ma anche chi non risparmia deve fronteggiare costi un tempo coperti dal sistema di welfare pubblico. Infatti, le spese private per il welfare pesano sui redditi per l’81,5% delle famiglie e riguardano di più le famiglie che non riescono a risparmiare (85,6%) rispetto a chi invece risparmia (79,2%) o risparmia tanto (76%). Questo è il nuovo volto della disuguaglianza cresciuta dopo la crisi. Nessuno è al riparo dalle spese private per prestazioni di welfare, ma meno si riesce a risparmiare più questo pesa sui budget familiari.