Roma, 20 giu – La popolazione residente in Italia è in calo dal 2015. Al primo gennaio 2019 si stima che la popolazione ammonti a 60,4 milioni, oltre 400 mila residenti in meno rispetto al primo gennaio 2015 (-6,6 per mille). E’ quanto emerge dal Rapporto annuale 2019 a cura dell’Istat.

Il declino demografico è dovuto al saldo naturale sempre più negativo per effetto della diminuzione delle nascite e dell’aumento tendenziale dei decessi; secondo i dati provvisori relativi al 2018 sono stati iscritti in anagrafe per nascita oltre 439 mila bambini, quasi 140 mila in meno rispetto al 2008, mentre i cancellati per decesso sono poco più di 633 mila, circa 50 mila in più.

La diminuzione della popolazione femminile tra 15 e 49 anni osservata tra il 2008 e il 2017 – circa 900 mila donne in meno – spiega circa i tre quarti del calo di nascite che si è verificato nello stesso periodo. La restante quota dipende dalla diminuzione della fecondità (da 1,45 figli per donna del 2008 a 1,32 del 2017). La diminuzione delle nascite è attribuibile prevalentemente al calo dei nati da coppie di genitori entrambi italiani, che scendono a 359 mila nel 2017 (oltre 121 mila in meno rispetto al 2008).

Il contributo dei cittadini stranieri alla natalità della popolazione residente si va lentamente riducendo. Dal 2012 al 2017 diminuiscono, infatti, anche i nati con almeno un genitore straniero (oltre 8 mila in meno) che scendono sotto i 100 mila (il 21,7% del totale). La popolazione straniera residente sta a sua volta invecchiando: considerando la popolazione femminile, la quota di 35-49enni sul totale delle cittadine straniere in età feconda passa dal 42,7% del primo gennaio 2008 al 52,4% del primo gennaio 2018.

Gli effetti della posticipazione delle diverse fasi della vita si traducono in un calo del numero medio di figli per donna che incide in modo rilevante già sui primogeniti. Il numero medio di primi figli per donna rappresenta quasi il 50% della fecondità complessiva: 629 primi figli rispetto a 1.322 figli totali per mille donne nel 2017. Tra il 2008 e il 2017 il calo registrato tra le cittadine italiane dipende per il 65% dalla fecondità del primo ordine, mentre per le straniere il calo della fecondità del primo ordine impatta per l’85% circa sulla diminuzione totale.