Roma, 21 giu – La fattura petrolifera italiana nel 2019 potrebbe ridursi di oltre un miliardo di euro rispetto allo scorso anno attestandosi a 21 miliardi nell’ipotesi si mantengano nel secondo semestre gli attuali valori medi del cambio e delle quotazioni. Lo rileva l’Unione Petrolifera in occasione dell’assemblea annuale sottolineando come il risparmio sarà legato a una contrazione dell’economia che porterà a meno consumi. Nel 2018 la fattura petrolifera si è attestata a 22,3 miliardi con consumi di 60,9 milioni di tonnellate di petrolio.

Quanto al 2018 la domanda di energia è cresciuta dell’1,6%, tenuta da una parziale ripresa dell’economia (+0,9%) e dalle condizioni climatiche particolarmente fredde nei primi mesi dell’anno. La domanda si è comunque attestata su valori più bassi del 13% rispetto al picco registrato nel 2005, persistendo in parte gli effetti della crisi economica ma anche i miglioramenti nell’efficienza energetica.

Il gas nel complesso ha mostrato un calo del 3,3%, sostanzialmente derivante dalla riduzione dei consumi nella termoelettrica; in frenata anche i combustibili solidi (-11%).
Sensibile aumento invece per le importazioni di energia elettrica (per il superamento dei problemi produttivi in Francia) e delle rinnovabili (+11,5%) soprattutto grazie al sostanziale recupero dell’idroelettrico (+36%) che ha compensato i cali nel fotovoltaico (-7,1%) e nell’eolico (-1,4%).

Progresso dell’1,5% per il petrolio che rimane la seconda fonte di energia del Paese e si conferma fondamentale per il settore dei trasporti, a cui contribuisce per il 92,2% rispetto al 92,5% del 2017 per l’aumento del peso dei biocarburanti (passati dal 2,5 al 3,2%).