Roma, 3 lug – Si profila un passaggio di consegne all’insegna della continuità alla presidenza della BCE, con la designazione di Christine Lagarde, Direttrice del Fondo Monetario Internazionale, scelta dai leader europei per succedere a Mario Draghi. Una “colomba”, che dovrebbe proseguire la rotta espansiva che l’istituzione sta mantenendo in modo da favorire un ritorno dell’inflazione a livelli ritenuti normali, anche se probabilmente con uno stile comunicativo diverso.
Con le implicazioni positive che questo può avere in termini di contenimento delle pressioni anche sui titoli di Stato dell’Italia.
“Sono onorata di esser stata nominata alla presidenza della BCE”, ha reagito la stessa Lagarde alla notizia della nomina con un messaggio su Twitter. “Alla cuce di ciò – ha aggiunto – e avendo consultato il comitato etico dell’executive board, ho deciso di sospendere temporaneamente le mie funzioni durante il processo di nomina”.
Nata a Parigi nel 1956, madre di due figlie e in gioventù campionessa di nuovo sincronizzato, ricopre attualmente la carica di direttore del Fondo monetario internazionale, alla quale è stata riconfermata nel 2016 per un secondo mandato (che durerebbe sette anni). In precedenza è stata ministro delle Finanze della Francia, durante la presidenza Sarkozy.
Ha avuto una carriera da avvocato con standing internazionale. Dopo aver completato il ciclo scolastico a Le Havre si è laureata in legge a Parigi per poi ottenere un master in scienze politiche a Aix-en-Provence. Prima della carriera politica, la Lagerde ha lavorato a lungo come socio avvocato presso lo studio Baker McKenzie, in particolare su diritto del lavoro, antitrust, fusioni e acquisizioni.
Nel 2005 è stata nominata Ministro del Commercio con l’estero della Francia e nel 2007 è stata la prima donna a diventarne Ministro delle Finanze, carica che ha mantenuto fino al 2011 quando ha rilevato la presidenza del FMI dal connazionale Dominique Strauss-Kahn travolto da uno scandalo.
Da rilevare poi che la nomina di una francese alla presidenza della BCE di fatto apre alla nomina di un italiano nel Comitato esecutivo, il direttorio più ristretto e operativo in cui siedono lo stesso presidente, il vicepresidente (lo spagnolo Luis De Guindos) e quattro altri componenti. In base a una regola non scritta, i quattro maggiori Paesi dell’area euro vi vengono rappresentanti e il mandato del francese Bénoit Coeuré scade a dicembre (la Germania ha una sua rappresentante).