Roma, 4 lug – Aumenta l’importo medio richiesto dagli aspiranti mutuatari, cresce quello effettivamente erogato dagli istituti di credito e calano i tassi di interesse: sono queste alcune delle evidenze emerse dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Mutui.it, che ha tracciato un bilancio sull’andamento del mercato dei mutui nel primo semestre dell’anno analizzando un campione di oltre 60mila richieste raccolte dai due portali tra il primo gennaio e il 30 giugno.

Il primo segnale positivo è quello relativo agli importi: nei primi sei mesi la richiesta media presentata agli istituti di credito è cresciuta del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2018, stabilizzandosi a 132.603 euro. In aumento, anche seppur in misura più contenuta, l’importo medio erogato dalle banche, pari a 128.681 euro, vale a dire l’1% in più rispetto al primo semestre 2018. Stabile, invece, la durata media dei mutui richiesti: chi ha presentato domanda di finanziamento in questa prima parte dell’anno ha puntato a un piano di ammortamento in 22 anni.

Dal punto di vista dell’offerta di nuovi mutui, il primo semestre dell’anno è stato caratterizzato da un calo dei tassi di interesse, soprattutto quelli fissi. Determinante, da questo punto di vista, è stata la caduta dell’indice europeo Irs. Prendendo in esame l’andamento di quello a 20 anni, da gennaio a giugno il suo valore sì è quasi dimezzato passando da 1.30 a 0.73 e toccando nei primi giorni di luglio il suo minimo storico, 0.64. Calo mitigato in parte dalle politiche delle banche che, al contrario, hanno ritoccato al rialzo i loro spread; se si guarda alle migliori proposte a tasso fisso, da gennaio a giugno gli spread bancari sono cresciuti, in media, in una forbice compresa tra i 10 e i 40 punti base.

Al netto delle politiche bancarie, i Taeg offerti alla clientela sulle nuove erogazioni a tasso fisso sono comunque diminuiti nel corso del primo semestre. A giugno, per un mutuo fisso da 124.000 euro da restituire in 25 anni, il tasso annuo effettivo globale è risultato più basso tra i 25 e i 55 punti base rispetto a gennaio, vale a dire un risparmio mensile compreso tra i 15 e i 30 euro.

Anche sul fronte dell’offerta di nuovi mutui a tasso variabile, il primo semestre del 2019 è stato caratterizzato da un nuovo record storico per l’indice Euribor che è tornato a calare dopo 3 anni di stabilità. A giugno, l’Euribor a un mese è sceso a -0.39. Sui mutui a tasso variabile la politica in termini di spread applicato dalle banche è stata meno uniforme. Non tutte hanno ritoccato il valore e, in alcuni casi, è stato ridotto, mentre per chi è intervenuto al rialzo, l’aumento è stato più morbido, compreso tra i 10 e i 20 punti base.

Continua a crescere la percentuale di italiani che sceglie il tasso fisso. Guardando alle richieste di mutuo presentate nel primo semestre dell’anno, l’85% di chi ha fatto domanda di finanziamento ha puntato a ottenere una rata costante nel tempo. Erano il 75% nel primo semestre del 2018. La percentuale è ancor più alta se si guarda ai mutui effettivamente erogati. In questo caso, il 90% di coloro che hanno ottenuto il finanziamento nel primo semestre ha optato per un tasso fisso. Erano l’80% lo scorso anno.

Altro dato interessante, infine, è la media dei richiedenti, poco meno di 41 anni, valore in lieve calo rispetto al primo semestre 2018, quando l’età media era pari a 41 anni e 4 mesi. Determinante nella riduzione di questo parametro è stato l’aumento del peso percentuale degli aspiranti mutuatari under 30, passati dal 13,6% al 14,4%.