Roma, 5 lug – L’euro accentua i ribassi e a 1,1220 dollari sul finale di settimana, con un minimo di seduta a 1,1215, si attesta ai valori più bassi dallo scorso 19 giugno. Pesa il combinato disposto di dati macroeconomici con ripercussioni di natura opposta sulla politica monetaria della Federal Rerserve negli Usa e su quella della Bce, nell’area euro.
Questa mattina, infatti, da Destatis, l’agenzia federale di statistica della Germania, è giunta una nuova doccia fredda per l’industria europea, con un consuntivo sugli ordinativi di maggio che segna una pesante flessione: meno 2,2 per cento dal mese precedente e meno 8,6 per cento su base annua.
Questa dinamica non potrà che supportare le ipotesi di riammorbidimento della linea monetaria da parte della Bce, scenario che nelle scorse settimane era stato evocato dal presidente Mario Draghi e che difficilmente Christine Lagarde, direttrice del Fmi, considerata una “colomba” e designata a succederli da novembre dai leader europei, rimetterà in discussione.
All’opposto Oltre Atlantico il mercato del Lavoro Usa ha mostrato un livello di creazione di nuovi posti lavoro superiore alle attese, 224 mila a giugno. Dinamica che ha avuto l’effetto paradosso di creare nervosismi tra gli investitori, dato che potrebbe compromettere le ipotesi di tagli dei tassi di interesse a luglio da parte della Fed. Tanto che proprio questi dati, dopo aver contribuito a frenare le Borse europee hanno visto wall Street aprire in ribasso, a metà mattina l’indice Dow Jones segna meno 0,54 per cento, il Nasdaq cala dello 0,68 per cento.