Roma, 8 lug – Gli indicatori di Benessere equo e sostenibile (Bes) mostrano negli ultimi 10 anni un’evoluzione sostanzialmente positiva: il 60% è in miglioramento tra il 2008 e il 2018; il 33% peggiora. I domini con l’evoluzione più positiva sono sei (sui 12 domini del Bes): Salute, Benessere soggettivo, Politica e istituzioni, Sicurezza, Ambiente, Innovazione ricerca e creatività. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat.
Segnali positivi si riscontrano negli indicatori relativi agli stili di vita: in diminuzione la quota di fumatori, i comportamenti a rischio nel consumo di alcol e la sedentarietà. Nel 2018 risale al 41,4% la quota di persone molto soddisfatte per la propria vita, pur senza recuperare il valore del 2010 (43,4%). Aumenta sensibilmente la presenza delle donne nei luoghi decisionali e politici, ma rimane comunque minoritaria. Nel dominio Innovazione, ricerca e creatività la quota di lavoratori della conoscenza passa dal 13,1% nel 2008 al 17,4% nel 2018.
In peggioramento la partecipazione civica e politica, da 67,4 a 59,4% nel periodo 2011-2017. Negativo anche il trend degli indicatori che riguardano la qualità e la tutela del paesaggio: cresce la quota di persone non soddisfatte per il paesaggio del luogo di vita, da 18,3% nel 2012 a 21,4% nel 2018.
Non accenna a diminuire la povertà assoluta, la cui incidenza è più che raddoppiata negli ultimi 10 anni, dal 3,6 all’8,4%. L’indicatore tocca il massimo nel Mezzogiorno, dove passa dal 5,2% nel 2008 all’11,4% nel 2018, e tra i minorenni e i giovani di 18-34 anni, per i quali si registra il maggiore incremento negli ultimi dieci anni (rispettivamente +8,9 e +6,4 punti percentuali).
Il livello di istruzione influenza molti indicatori del benessere. In particolare, titoli di studio più elevati sono associati a una maggiore fiducia negli altri: la quota di persone di 25 anni e più che ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia è di oltre 20 punti percentuali più alta tra le persone più istruite.