Roma, 9 lug – Un progetto di legge che cerca di rimettere al centro nelle scelte politiche il libro e la lettura, cambiando passo rispetto alle scelte degli ultimi anni che sono nei fatti risultate più a favore delle esigenze del mondo della produzione soprattutto dei grandi gruppi editoriali. Riteniamo la scelta che è maturata in Commissione Cultura dopo mesi di
confronto che hanno visto il coinvolgimento di tutte le rappresentanze del mondo del libro, giusta, ed esprimiamo prima di tutto come cittadini soddisfazione, perché le forze politiche hanno scelto di tutelare il bene supremo del libro e della lettura e non gli interessi – pur legittimi – di un ristretto numero di imprenditori. Lo scrivono in una nota congiunta Ali Confcommercio, Sil Confesercenti ed Adei Associazione degli editori indipendenti.
Dal 2011 ad oggi abbiamo assistito ad un sensibile calo di lettura nel Paese che secondo i dati Istat è passata dal 45,3% del 2011 con 26 milioni di italiani lettori al 41% del 2017 con 23,5 milioni di italiani lettori, proseguono le associazioni.
Oltre al calo di lettura, l’altro tratto significativo è la contrazione dei punti di vendita librerie e cartolibrerie che tra il 2011 e il 2016 secondo gli ultimi dati Istat disponibili,
segnano una contrazione di 2.038 punti vendita e la perdita di oltre 4.000 posti di lavoro. Librerie e cartolibrerie che unitamente alle biblioteche costituiscono quella infrastruttura
fondamentale per la promozione al libro e alla lettura e la cui erosione registrata nel periodo indicato è da considerare tra le cause principali del calo di lettura nel Paese, tanto che secondo una ricerca del 2016 sono ben 13 milioni i cittadini senza una libreria sotto casa.
Sempre nel periodo indicato è cresciuta la quota di mercato sia nella produzione che nella vendita dei grandi gruppi editoriali che sono passati dal 77,5 della produzione del 2010 all’80% del 2017 a titolo e dell’88,10 a copie al 90% a copie nel 2017.
Ma a crescere è anche il peso dei grandi gruppi editoriali nella distribuzione al cliente finale. Nel 2011 le librerie di catena editoriali coprivano il 41,3% del mercato e nei primi mesi del 2019 coprono il 43,5% del mercato mentre negli stessi periodi le librerie indipendenti sono passate dal 37,90 del 2011 al 24 circa dei primi mesi del 2019 e questo
senza considerare il canale della grande distribuzione e di internet dove pure le strutture sono in buona parte in mano ai grandi gruppi editoriali.
Ci auguriamo quindi – conclude la nota – che questo disegno di legge possa velocemente esser licenziato dalle Camere e che possa quanto prima avviarsi il confronto annunciato dalle varie forze parlamentari sull’editoria scolastica che oggi rappresenta un settore centrale per la tenuta del sistema distributivo e per il mondo da noi rappresentato.