Roma, 16 lug – La stima del PIL mensile di luglio, -0,3% congiunturale, indica con chiarezza come anche il terzo trimestre difficilmente rappresenterà un punto di svolta per la nostra economia. Dopo un primo semestre di crescita prossima allo zero, le possibilità di una ripresa che vada oltre un paio di decimali per il complesso del 2019 si vanno via via riducendo. Lo rileva l’ufficio studi di Confcommercio nella sua nota congiunturale relativa al mese di luglio.
Il quadro dei consumi – si legge nel documento – appare poco rassicurante, nonostante il modesto miglioramento di giugno. Nel secondo trimestre, sia in termini congiunturali sia su base annua, la variazione è stata sostanzialmente nulla. La prolungata stagnazione e l’indebolimento della congiuntura internazionale stanno portando l’inflazione su nuovi minimi. In questo panorama è possibile che anche i miglioramenti che si registrano dal lato dell’occupazione si esauriscano nei prossimi mesi.
Dopo due mesi di contrazione la produzione industriale è tornata a crescere a maggio registrando, al netto dei fattori stagionali, una variazione dello 0,9% congiunturale. Nel confronto annuo resta negativo per otto decimi di punto. Nello stesso mese l’occupazione ha mostrato segnali di ripresa con un +0,3% rispetto al mese precedente e un +0,4% nel confronto annuo.
La fragilità della situazione congiunturale conclude Confcommercio – rimane evidente se si guarda alle ultime indicazioni sul ‘sentiment’ di famiglie e imprese che ha segnalato, a giugno, una diffusa riduzione. Per le famiglie consumatrici il clima di fiducia è sceso dell’1,8% congiunturale, mentre quello delle imprese ha mostrato una contrazione dello 0,9%. Ancora più negativo risulta il confronto su base annua con una riduzione del 5,7% per le famiglie e del 5,5% per le imprese).
Considerato l’andamento dei principali indicatori la stima del Pil mensile per luglio presenta una variazione congiunturale negativa di -0,3%, e una modesta crescita dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2018. Viene corretta al ribasso la stima del Pil del secondo trimestre: da 0,1% a 0,0% la variazione congiunturale e da 0,0% a -0,1% quella tendenziale.