Roma, 15 lug – Nel 2018, nel mondo, sono stati segnalati quasi 350.000 casi di morbillo, più che raddoppiati rispetto al 2017. E’ quanto emerge dai nuovi dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e dell’Unicef, secondo cui le epidemie di morbillo rivelano lacune consolidate nella copertura vaccinale, che spesso si trascinano per molti anni.
Grandi disparità nell’accesso ai vaccini persistono tra i paesi di tutti i livelli di reddito, e all’interno degli stessi, hanno sottolineato le due agenzie dell’Onu in un comunicato. Ciò ha portato a devastanti epidemie di morbillo in molte parti del mondo, anche in paesi che hanno alti tassi complessivi di vaccinazione.
L’Ucraina è in testa a una lista variegata di paesi con il più alto tasso di incidenza del morbillo segnalato nel 2018. Mentre il paese è ora riuscito a vaccinare oltre il 90% dei suoi neonati, la copertura è stata bassa per diversi anni, lasciando un gran numero di bambini più grandi e di adulti a rischio.
Secondo gli ultimi dati, gli Stati Uniti sono in cima alla classifica dei paesi ad alto reddito con il maggior numero di bambini che non hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo nel 2018, più di 311.000. Seguiti da Francia e Regno Unito con rispettivamente oltre 72.000 e 61.000 bambini non vaccinati nello stesso periodo. L’Italia è al quinto posto (93% di copertura) con 31.922 bambini che non hanno ricevuto la prima dose di vaccino contro il morbillo.
“Il morbillo ci indica in tempo reale dove abbiamo più lavoro da fare per combattere le malattie prevenibili – ha dichiarato Henrietta Fore, Direttore generale dell’Unicef – poiché il morbillo è così contagioso, un’epidemia indica quali comunità non stanno vaccinando a causa della mancanza di accesso, dei costi o, in alcuni luoghi, della noncuranza. Dobbiamo compiere ogni sforzo per immunizzare ogni bambino”.