Roma, 11 lug – Le risorse del settore telecomunicazioni, dopo la ripresa osservata nel biennio 2016- 2017, si riducono del 2%, raggiungendo un giro d’affari di 31,6 miliardi di euro. Gli investimenti in infrastrutture crescono del 17%, in aumento di 8,4 miliardi di euro, a seguito anche dei processi di infrastrutturazione relativi all’offerta di servizi ultrabroadband nella rete fissa e l’avvio dell’implementazione della rete mobile 5G. Lo si legge nella Relazione annuale dell’Agcom, nella quale viene sottolineato che arretra la rete mobile (-6,4%), mentre va bene la fissa (+1%).
La spesa di famiglie e imprese in servizi di telecomunicazioni – sottolinea l’Autorità – mostra un arretramento del 2,9%, dovuto alla rete mobile (-6,4%) mentre quella fissa registra una lieve crescita (+1%). Tale andamento, si legge nella relazione, appare essere legato alla pressione competitiva nel mercato mobile che si è tradotta in prezzi più bassi e, quindi, valori di spesa decisamente più contenuti.
Nel complesso, continuano a contrarsi i ricavi dei tradizionali servizi voce (-9,8%) e, per la prima volta, si rileva una interruzione nella crescita degli introiti derivanti da servizi dati. Aumentano gli abbonati broadband su rete fissa di oltre mezzo milione; gli accessi ultrabroadband nel corso del 2018 sono cresciuti del 50% e superano i 7,7 milioni di unità. Il traffico dati, trainato dai consumi di contenuti online, cresce nel complesso di quasi il 25%. Nella telefonia mobile, aumenta il divario tra la spesa in servizi dati rispetto ai tradizionali servizi di fonia vocale. Il consumo di dati continua a crescere in misura sostenuta (+55% circa). Si conferma il dinamismo nel segmento dei servizi di accesso fixed wireless (FWA), i cui ricavi mostrano una crescita superiore al 16%. L’offerta di infrastrutture vede il consolidarsi sul mercato di rete fissa dell’operatore “wholesale only” Open Fiber, mentre nella telefonia mobile, si è assistito all’ingresso sul mercato dell’operatore infrastrutturato Iliad.
Per quanto riguarda i ricavi del settore dei servizi postali ammontano a circa 7 miliardi di euro, in crescita del 5% circa rispetto all’anno precedente. I volumi ammontano a 3,7 miliardi di invii, in riduzione dell’1,3% rispetto all’anno precedente. La concorrenzialità nel settore dei servizi postali che non rientrano nel perimetro del servizio universale continua a rimanere sostanzialmente invariata. Per quanto riguarda i servizi pacchi fuori dal servizio universale (che includono i servizi offerti dai corrieri espresso), si registra invece l’assenza di un operatore dominante a livello nazionale. Gli investimenti in immobilizzazioni materiali e immateriali del settore crescono del 18,9% rispetto all’anno precedente.
Il presidente Agcom Angelo Maria Cardani ha spronato sulla necessità di far crescere la consapevolezza su problemi Big Data. Occorre far crescere tra la gente la consapevolezza sul tema dei Big Data. “Tutti gli studi su Big Data e sugli sviluppi del machine learning e dell’intelligenza artificiale – ha detto – mettono in luce il problema del deficit di conoscenza, tra le persone, dei meccanismi della data economy. Sappiamo che la disponibilità di Big Data ha ampliato in misura esponenziale la possibilità di estrarre valore dai dati medesimi; ma sappiamo altresì che sussiste una diffusa ignoranza digitale nella maggioranza delle persone che quotidianamente, talora senza neanche accorgersene, cede gratuitamente i propri dati personali ai grandi aggregatori”.
“Far crescere questa consapevolezza, alfabetizzare, lavorare affinché ciascun individuo maturi la piena cognizione della propria identità digitale, ormai indissolubile dai tratti personali più abituali – ha aggiunto – è la sfida che ci attende, e che può essere raccolta con successo solo grazie a un serio lavoro comune di Parlamento, Autorità e istituzioni scolastiche”.
Infine, Cardani ha osservato che nei sette anni di guida all’Agcom, lo stato ha introitato 9,5 miliardi derivanti dalle gare nelle Tlc, dei quali 6,5 miliardi derivanti dallo sviluppo del 5G.
“Nel complesso dei sette anni – ha affermato Cardani tracciando un bilancio del suo settennato – questo set di principi guida, ha permesso allo Stato di introitare 9,5 miliardi di euro dalle procedure competitive regolate da Agcom, 6,5 dei quali derivanti dalla gara conclusa nel settembre scorso per l’assegnazione di tutte le bande pioniere per lo sviluppo del 5G, che ha costituito un caso di successo unico in Europa”.
“Sulla pianificazione delle frequenze, sul governo dell’etere, sulle regole per le procedure di assegnazione delle risorse agli operatori, sulle faticose operazioni di refarming compiute allo scopo di tenere la gestione dello spettro all’altezza delle sfide tecnologiche e di mercato attuali – ha concluso – siamo convinti di aver compiuto un buon lavoro, assieme al Mise e alla Fondazione Bordoni”.