Roma, 23 lug – Continua a crescere il numero di italiani, ormai più di 7 milioni, che scelgono di investire in Fondi comuni. Sono sempre più donne e meno giovani, di cui ben oltre la meta residenti al Nord. E’ questa la fotografia scattata dall’Analisi sui sottoscrittori dei Fondi comuni italiani, condotta annualmente da Assogestioni, dove si attesta, nel corso degli ultimi due anni, grazie anche al successo registrato dai Piani Individuali di Risparmio (PIR), un aumento di oltre 500 mila investitori.
La ricerca analizza il mercato dei Fondi comuni di investimento italiani, in riferimento ad alcune macroaree riguardanti i sottoscrittori: caratteristiche anagrafiche, distribuzione geografica e modalità di investimento. Con l’aumento della raccolta nel Risparmio Gestito che ha caratterizzato gli anni dal 2013 al 2018 cresce anche il numero dei sottoscrittori dei Fondi comuni italiani che superano i 7,2 milioni a fine periodo (dopo aver toccato un massimo nel 2003 con 9,7 milioni e un minimo nel 2012 con 5,4 milioni). In aumento anche la percentuale di donne che investono in Fondi comuni: dal 42% nel 2002 si e arrivati a oltre il 47% nel 2018, confermando quindi un importante trend di riequilibrio tra i generi.
La scarsa e sempre più bassa partecipazione all’investimento da parte dei Millennials, se da una parte può essere spiegata dall’invecchiamento della popolazione e dalla disoccupazione giovanile, dall’altra potrebbe essere spiegata anche dalla mancanza di attenzione verso gli investitori più giovani, che invece dovrebbero iniziare ad investire il prima possibile, cosi da avere tutto il tempo per accrescere gradualmente il proprio capitale per finanziare progetti futuri.
Cresce quindi anche l’incidenza del numero dei sottoscrittori sul totale della popolazione italiana residente che e passata dal 17% degli anni 2002-2003 al minimo del 9% nel 2012, per risalire al 12% a fine 2018. Anche l’età media dei sottoscrittori di Fondi comuni italiani e aumentata negli anni: dai 51 anni del 2002 ai 60 anni di fine 2018. Dal 2002 la quota dei sottoscrittori di età compresa tra i 26 e i 35 anni e scesa dal 15% al 6%, quella degli investitori più anziani (oltre i 75 anni) e invece cresciuta, passando dal 9% al 19% circa. Si mantengono più stabili le fasce intermedie.
In termini di aree geografiche, il Nord si conferma ai vertici della classifica con il 65% degli investitori in Fondi, fattore questo che riflette la difformità della ripartizione della ricchezza che e storicamente maggiore nelle regioni del Nord Italia. Qual è la categoria di Fondi preferita dagli italiani? Vincono i Fondi Flessibili che, grazie al crescente successo riscosso dai Fondi a campagna (target date), hanno registrato la dinamica di crescita più pronunciata e oggi rappresentano la scelta principale del 37% dei sottoscrittori. Quasi un colpo di scena, nel “Paese dell’obbligazionario”! I fondi obbligazionari infatti, da sempre molto presenti nelle scelte degli investitori italiani, con punte superiori al 40% dei sottoscrittori, hanno evidenziato negli ultimi quattro anni un vistoso calo, attestandosi sotto il 25% nel 2018, come conseguenza del basso rendimento di questa asset class.