Roma, 25 lug – La Commissione ha adottato oggi ulteriori misure per porre fine alle agevolazioni fiscali illecite nel settore degli yacht in Italia e a Cipro, emerse per la prima volta dalle rivelazioni dei cosiddetti Paradise Papers. Le azioni giudiziarie odierne rientrano negli sforzi profusi dalla Commissione per eliminare le pratiche sleali di elusione fiscale nell’UE.
Nel quadro del pacchetto infrazioni di oggi la Commissione ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE per il mancato intervento contro un sistema illecito di esenzioni per il carburante utilizzato per alimentare gli yacht a noleggio nelle acque dell’Ue. Contemporaneamente la Commissione ha deciso di inviare pareri motivati all’Italia e a Cipro per non avere imposto l’importo corretto dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) sul leasing di yacht. Agevolazioni fiscali di questo tipo possono causare gravi distorsioni della concorrenza.
Nel dettaglio, le procedure di infrazione avviate oggi riguardano i seguenti aspetti:
Ricorso alla Corte: norme relative alle accise sul carburante per le imbarcazioni a motore in Italia. Le attuali norme dell’UE che disciplinano le accise consentono agli Stati membri di non tassare il carburante utilizzato da una compagnia di navigazione a fini commerciali, vale a dire per la vendita di servizi di navigazione marittima. L’esenzione, tuttavia, può applicarsi soltanto se la persona che prende in leasing l’imbarcazione vende tali servizi a terzi. L’Italia, in violazione delle norme UE, consente di classificare come “commerciali” le imbarcazioni da diporto a noleggio (come gli yacht) anche se destinate all’uso personale. Tali imbarcazioni possono così beneficiare dell’esenzione dalle accise sul carburante utilizzato per l’alimentazione dei motori.
Pareri motivati: riduzione della base imponibile IVA per il leasing di yacht prevista dalla legislazione fiscale cipriota e da quella italiana. L’attuale normativa UE in materia di IVA autorizza esenzioni fiscali per i servizi quando l’uso e la fruizione effettivi hanno luogo al di fuori dell’Unione, ma non consente di applicare una riduzione forfettaria generale senza una prova del luogo in cui il servizio è effettivamente utilizzato. Secondo le norme sull’IVA stabilite da Cipro e dall’Italia, quanto più grande è un’imbarcazione, tanto meno è probabile che essa sia utilizzata nelle acque dell’UE. Di conseguenza, la base IVA applicabile può essere notevolmente ridotta.
Se nei prossimi due mesi Cipro e l’Italia non dovessero conformarsi ai pareri motivati, la Commissione potrà decidere di adire la Corte di giustizia dell’UE. A causa delle dimensioni del settore questi regimi fiscali vantaggiosi e illeciti contrastano con i processi di risanamento di bilancio dei due Stati membri.
Sin dall’inizio del suo mandato la Commissione Juncker si è impegnata in prima linea per combattere l’evasione e l’elusione fiscali a livello europeo e internazionale. Le iniziative avviate di recente dalla Commissione in tale ambito hanno come obiettivo la creazione di uno spazio unico europeo dell’IVA, meno vulnerabile alle frodi, che rafforzerebbe la cooperazione tra gli Stati membri. Le pratiche fraudolente connesse all’IVA trascendono i confini nazionali e possono essere debellate solo con uno sforzo comune e concertato da parte degli Stati membri.