Milano, 26 lug- In tutta l’Unione Europea nell’ultimo decennio è proseguita la riduzione del numero degli sportelli e dei dipendenti bancari (rispettivamente -27,7% e -17% rispetto al 2008). Non fa eccezione l’Italia, che ha ridotto nel periodo del 25,5% gli sportelli e del 18,9% il personale. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Area Studi di Mediobanca sulle principali banche internazionali che evidenzia come siano ancora pochi gli istituti europei a respiro internazionale, con l’home country che vale oltre il 70% dei ricavi. In aggiunta, negli ultimi dieci anni non si registrano grandi operazioni transfrontaliere di M&A: l’ultima risale al 2009 e riguarda l’acquisizione della belga Fortis Bank da parte della francese Bnp.
Non confortante il raffronto delle performance con i competitor americani: nel 2018 i ricavi delle banche Usa, complice anche l’aumento del margine d’interesse del 5,1%, sono cresciuti a ritmo più elevato delle europee (+4% contro +0,9%). I gruppi bancari americani battono gli europei anche sul fronte delle commissioni nette (+1,7%, contro -0,3%) e il risultato netto è quasi raddoppiato in Usa (+63,5%) mentre è cresciuto del 18% in Europa. Le americane doppiano le europee sul fronte della redditività (Roe al 12,6% contro il 7%). Su quest’ultimo punto si comportano meglio, nel panorama europeo, le big italiane con una redditività superiore alla media: Roe all’8,1% per Intesa Sanpaolo e 7,5% per UniCredit. Il 2018 delle due maggiori banche italiane ha fatto registrare anche enormi progressi nella riduzione degli Npl, passati dal 5,2% al 3,6% dei crediti complessivi (1,5% la media europea), evidenzia il rapporto.