Roma, 2 ago – La Ferrari chiude il primo semestre con un utile netto di 364 milioni, in crescita del 18% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Lo comunica la società di Maranello, sottolineando che nel secondo trimestre il risultato netto è stato di 184 milioni con un aumento del 14%. Confermati gli obiettivi per il 2019, mentre il debito è aumentato a quota 353 milioni. Negativa la reazione della Borsa ai risultati, con il titolo in perdita del 4%.
Nel primo semestre i ricavi netti sono stati pari a 1,924 miliardi, in aumento dell’11%. I ricavi del secondo trimestre sono stati di 984 milioni, con una crescita dell’8,6% a cambi correnti e del 6,8% a tassi di cambio costanti. A gennaio-giugno le consegne sono state 5.281, in aumento del 15%. Nel secondo trimestre invece le vetture consegnate sono state 2.671, con un +8,4%: questo risultato è stato trainato da un aumento del 12,3% delle vendite dei modelli a 8 cilindri (V8), “mentre i modelli a 12 cilindri (V12) sono diminuiti di poche unità”.
Nel secondo trimestre la regione Emea (Europa, Medio Oriente, Africa) ha segnato un aumento dell’11,4%, il resto dell’Asia-Pacifico è cresciuto del 5,8%, mentre Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan sono cresciute del 63,3% e le Americhe hanno avuto una flessione del 5,5%. Il mix geografico “si è spostato a favore della Cina Continentale per effetto della decisione di accelerare le consegne ai clienti prima dell’introduzione anticipata di nuove normative sulle emissioni, come accaduto nel primo trimestre, mentre il calo degli Usa riflette il ciclo vita all’interno della famiglia delle 488”.
L’indebitamento industriale netto al 30 giugno è pari a 353 milioni, contro i 370 milioni al 31 dicembre 2018 e i 192 milioni al 31 marzo. L’aumento rispetto a marzo è dovuto “agli effetti sulla cassa della distribuzione di dividendi pari a 195 milioni e al riacquisto di azioni pari a 99 milioni nel secondo trimestre del 2019, che hanno più che compensato il positivo free cash flow industriale”.
Il Cavallino Rampante conferma quindi “la guidance verso i livelli più alti dei range su tutti i parametri, ai tassi di cambio attualmente prevalenti”. I ricavi netti saranno superiori a 3,5 miliardi, l’adjusted Ebitda è atteso tra 1,2 e 1,25 miliardi, l’adjusted Ebit tra 0,85 e 0,9 miliardi, l’Eps diluito adjusted (l’utile per azione) tra 3,5 e 3,7 euro per azione. Il free cash flow industriale è previsto a oltre 0,55 miliardi, contro i circa 0,45 miliardi indicati in precedenza.