New York, 31 lug – Pochi progressi nei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, dopo le quattro ore di colloqui di oggi e la cena di ieri tra i negoziatori dei due Paesi a Shanghai. Si trattava del primo incontro tra le delegazioni delle due maggiori economie al mondo, dopo la decisione dei presidenti Donald Trump e Xi Jinping di far ripartire il dialogo, fermo da oltre due mesi. La prossima sessione dovrebbe tenersi negli Stati Uniti, a settembre, secondo quanto riferito dal ministero del Commercio cinese.
Secondo il Wall Street Journal, i lenti progressi nelle trattative potrebbero essere il risultato di una nuova tattica adottata da Pechino, convinta che l’attesa possa produrre un accordo più favorevole. Andando a Shanghai, il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, e il rappresentante per il Commercio, Robert Lighthizer, speravano di ottenere l’impegno della Cina ad acquistare una determinata quantità di prodotti agricoli statunitensi; la delegazione cinese ha dichiarato che gli acquisti sono stati discussi, come però anche la necessità che gli Stati Uniti “creino condizioni favorevoli” a queste operazioni. Pechino, secondo le fonti del quotidiano, vuole mostrarsi aperta al negoziato, senza però affrettarsi in concessioni.
Ieri, il presidente statunitense Donald Trump aveva attaccato Pechino: “Avrebbe dovuto cominciare a comprare i nostri prodotti agricoli, ma non ci sono segnali che lo stiano facendo. Questo è il problema con la Cina”.
“La nostra economia è diventata molto più grande di quella cinese negli ultimi tre anni. La mia squadra sta negoziando con loro ora, ma cambiano sempre l’accordo alla fine a loro favore.
Dovrebbero probabilmente aspettare le elezioni per vedere se prendiamo uno di quei poveracci democratici come Joe l’Addormentato [Biden, ndr], così poi potrebbero fare un grande accordo, come negli ultimi 30 anni, e continuare a fregare gli Stati Uniti, anche più e meglio di prima” aveva aggiunto Trump.
“Il problema per loro è che se invece vinco io, l’accordo che potranno avere sarà molto più duro di quello negoziato ora, oppure non ci sarà alcun accordo” aveva concluso il presidente statunitense.