Roma, 13 ago – Con il caldo al via la raccolta delle mele in Italia con una produzione stimata in calo del 3% rispetto allo scorso anno per un totale che sfiora i 2,2 milioni di tonnellate nel 2019 per quello che è il frutto nazionale più consumato nel nostro Paese. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Prognosfruit in occasione dell’inizio della raccolta per le varietà più precoci come la Gala, la prima ad essere staccata.
“L’Italia si classifica così – sottolinea la Coldiretti – al secondo posto tra i paesi produttori dell’Unione Europea dove la produzione è stimata in 10,6 milioni di tonnellate in calo del 20%, con in testa la Polonia dove si è verificato un crollo della produzione del 44% per un totale di 2,7 milioni di tonnellate mentre al terzo posto si piazza la Francia con circa 1,7 milioni tonnellate (+12%)”.
“L’andamento del raccolto – continua la Coldiretti – varia lungo la Penisola, visti anche i problemi causati dall’ondata di maltempo in alcune regioni del Nord, con una produzione stabile di circa 991 mila tonnellate in Alto Adige, dove si produce la metà delle mele Italiane, un calo a 519 mila (-8%) in Trentino come pure in Veneto che scende a 199 mila e viene sorpassato al terzo posto con 203 mila tonnellate dal Piemonte (-1%) seguito dall’Emilia Romagna con 171 mila (-4%), dal Friuli Venezia Giulia con 42 mila (-1%) e dalla Lombardia che fa segnare un aumento del 16% per un totale di oltre 30 mila tonnellate”.
“L’Italia – precisa la Coldiretti – può vantare un’ampia gamma varietale nell’offerta di mele grazie al rilevante patrimonio di biodiversità lungo tutta la Penisola con ben 5 mele italiane a denominazione di origine riconosciute dall’UE: Mela Val di Non Dop, Mela Alto Adige Igp, Melannurca Campana Igp, Mela Valtellina Igp, Mela Rossa Cuneo Igp. Dal punto di vista varietale – sottolinea la Coldiretti – in Italia calano i raccolti della Golden Delicious (-7% sul 2018) e della Red Delicious (-9%) e soprattutto della Granny Smith (-14%) che ha sofferto l’embargo del mercato russo dove era particolarmente apprezzata mentre al contrario continuano a crescere Gala (+8%) e Fuji (+2%). Per chi non ha la possibilità di acquistare le mele direttamente dal produttore in azienda o nei mercati di Campagna Amica, attenzione alle etichette che – rileva la Coldiretti – devono obbligatoriamente riportare per legge l’origine (luogo di coltivazione) e la varietà delle mele”.
“Il successo delle mele in Italia è anche legato alle riconosciute proprietà salutistiche – ricorda Coldiretti – che ne fanno un sinonimo di salute e benessere. Il famoso detto popolare ‘una mela al giorno leva il medico di torno’ ha un fondamento di verità: diversi studi dimostrano che può essere considerata a pieno titolo un farmaco naturale. Ma, oltre che dai detti tradizionali, la popolarità della mela è dimostrata anche dalla sua presenza nella cultura, dal ‘frutto del peccato’ di biblica memoria alla mela che, cadendo, ispirò allo scienziato inglese Isaac Newton la legge della gravità”.
“Un patrimonio nazionale che va tutelato anche – sottolinea Coldiretti – dalla minaccia dalla cimice asiatica, l’insetto importato dalla Cina ed è particolarmente pericolosa per l’agricoltura perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. La diffusione improvvisa di questi insetti che non hanno nemici naturali nel nostro Paese – spiega la Coldiretti – è favorita dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali, coltivati e spontanei. Non c’è altro tempo da perdere ed è necessario dare veloce attuazione al nuovo regolamento per l’immissione di specie e popolazioni non autoctone di organismi antagonisti di insetti alieni nel territorio italiani”.