Roma, 19 ago – La Germania con ogni probabilità finirà in recessione nel terzo trimestre. A lanciare l’allarme è la Bundesbank: la Banca centrale tedesca, nel suo aggiornamento mensile, ha avvertito che la più grande economia europea è suscettibile di registrare un pil negativo, trascinata verso il basso da un forte calo delle esportazioni e da un calo della produzione industriale.
Nel documento, la Bundesbank ha segnalato di prevedere che l’economia tedesca rimarrà “debole” nei tre mesi che si concluderanno a settembre, aggiungendo che “potrebbe continuare a diminuire leggermente” dopo essere calata dello 0,1 per cento nel secondo trimestre.
L’allarme si aggiunge ai cupi segnali sull’economia tedesca, passata dall’essere la locomotiva della regione a uno dei suoi vagoni ritardatari, appesantita da una combinazione di contraccolpi nell’industria automobilistica tedesca, l’escalation della guerra commerciale USA-Cina e la prospettiva di un’uscita caotica nel Regno Unito dall’Ue.
Nel secondo trimestre, un rallentamento del commercio estero e un calo della produzione industriale sono stati parzialmente compensati dalla crescita della spesa delle famiglie e del governo. Ma la Bundesbank ha puntualizzato di non essere sicura sulla durata di queste ultime dinamiche.
“Gli sviluppi futuri dipenderanno dalla durata dell’attuale dicotomia economica e dalla direzione che prenderà una volta che si dissolverà”, ha affermato la banca centrale. “Allo stato attuale delle cose, non è chiaro se le esportazioni e, per estensione l’industria, riacquisteranno le loro basi prima che l’economia domestica subisca un impatto più grave”.
Dati recenti hanno indicato che la debolezza economica continuerà nella seconda metà di quest’anno. La scorsa settimana l’indagine Zew sugli esperti dei mercati finanziari ha rivelato che il sentimento economico è sceso a meno 44,1 in agosto, il più basso livello registrato dalla crisi finanziaria dell’Eurozona nel 2011 e, soprattutto, un dato molto peggiore delle previsioni degli analisti.
Lunedì Deutsche Bank ha tagliato le sue previsioni per l’economia tedesca indicando una crescita solo dello 0,3 per cento quest’anno e dello 0,7 per cento l’anno prossimo, segnalando che il Paese si trova già “in una recessione tecnica” – definita come due trimestri consecutivi di crescita negativa.
“Riconosciamo che queste riduzioni non tengono adeguatamente conto dell’accumulo di rischi che abbiamo affrontato negli ultimi trimestri”, ha dichiarato Stefan Schneider, capo economista di Deutsche Bank, riportato dal Financial Times. “Dato lo stato sempre più fragile dell’economia globale – ha aggiunto l’economista – la realizzazione di uno o più rischi potrebbe facilmente spingere l’economia in uno scenario completamente diverso, in cui le revisioni della crescita di alcuni decimi di punto percentuale non saranno sufficienti.”
La Bundesbank ha poi affermato che il rallentamento dell’economia nell’ultimo anno ha iniziato a influire sul mercato del lavoro, aggiungendo che la crescita dell’occupazione è stata “considerevolmente più lenta” nel secondo trimestre e che la crescita dei salari è stata “notevolmente inferiore”.
Molti economisti temono che la Germania, che lo scorso anno è sfuggita a una recessione tecnica, sia minacciata da una contrazione prolungata mentre la debolezza del suo settore manifatturiero si diffonde nei servizi e nella spesa dei consumatori.
Nelle ultime settimane, l’impegno decennale della Germania di mantenere un avanzo di bilancio ha dovuto affrontare critiche crescenti da parte di economisti, gruppi imprenditoriali, leader dell’opposizione e persino da singoli membri della coalizione governativa.
La Bce si appresta a tagliare ulteriormente i tassi di interesse, in territorio negativo il prossimo mese, ma il suo presidente Mario Draghi ha ripetutamente insistito sul fatto che i governi della zona euro non dovrebbero fare affidamento solo sulla politica monetaria per salvare l’economia del blocco.