Roma, 20 ago – I prezzi dell’oro si sono mossi molto rapidamente negli ultimi due mesi, guadagnando il 14% in questo breve periodo. I rialzi dell’oro hanno seguito coerentemente il drastico calo dei rendimenti dei Treasury e l’aumento della domanda per gli asset considerati “sicuri”. Le crescenti tensioni tra gli USA e la Cina, sotto forma sia di una guerra commerciale che delle valute, hanno innervosito i mercati, rafforzando così la domanda di asset “rifugio”. E’ l’opinione di Nitesh Shah, direttore della ricerca presso WisdomTree.
“Sia il mercato che l’amministrazione Trump – si legge in una sua analisi – sembrano avere forzato la mano della Federal Reserve (Fed) per allentare la politica monetaria. Le crisi dei mercati hanno chiaramente influenzato le decisioni dell’istituto centrale statunitense che ha cambiato direzione dopo il ribasso delle borse all’inizio dell’anno. Le incertezze dell’amministrazione Trump sul fronte commerciale hanno indotto la Fed ad apportare un taglio ai tassi di tipo cautelativo. I future sui Fed fund indicano che il mercato si aspetta altri tagli ai tassi nel corso dell’anno e ciò probabilmente terrà bassi i rendimenti dei Treasury USA”.
“Secondo le nostre nuove previsioni – spiega Shah – per lo scenario di base, i prezzi dell’oro saliranno a 1.550 dollari l’oncia nel 2° trimestre del 2020, in aumento rispetto ai 1.500 dollari l’oncia di metà agosto 2019. Questa previsione si fonda sui rendimenti dei Treasury decennali e sul paniere del dollaro USA che al momento si mantengono rispettivamente a circa l’1,65% e a 97. Ci aspettiamo che l’inflazione si aggiri attorno all’1,8%. Anche se non pensiamo che all’orizzonte si stiano profilando pressioni negative sui prezzi nell’immediato, un aumento dell’inflazione, anche minimo, non sarebbe coerente con i tagli ai tassi della Fed”.
“Attualmente – conclude l’economista – il posizionamento speculativo nel mercato dei future sull’oro è molto alto: 346mila contratti netti long, secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission (CFTC), una cifra vicinissima al picco storico registrato nel luglio del 2016. Il sentiment dei mercati nei confronti dell’oro è cambiato molto rapidamente in un breve lasso temporale – basti pensare che nel novembre del 2018 il posizionamento speculativo era netto corto. Le nostre previsioni per lo scenario di base contemplano un calo dei contratti netti lunghi su una cifra più modesta, 120mila, poiché il posizionamento non è mai rimasto così alto e così a lungo come oggi”.