Roma, 21 ago – L’acqua dell’Atlantico si scalda sempre di più e le correnti che arrivano nell’Artico sciolgono i ghiacciai, sempre più in fretta. Le regioni più colpite sono quelle dei mari di Barents e di Kara, e dei mari di Groenlandia, Islanda e Norvegia, che per prime ricevono questo afflusso di acque calde. Lo dimostrano nei dettagli gli ultimi studi scientifici sui cambiamenti climatici.
La perdita sempre più veloce di ghiaccio marino nell’Artico è infatti in parte dettata dal crescente apporto di calore determinato dalle correnti marine che dall’oceano Atlantico trasportano acque più calde verso le alte latitudini. E il rapporto tra oceano, ghiaccio e clima, e in particolare di quei fenomeni che governano il cambiamento climatico nell’Artico, sono più comprensibili grazie alle scoperte innovative introdotte da un nuovo studio realizzato da un team di ricercatori europei, tra cui Dorotea Iovino e Alessio Bellucci, ricercatori presso la Fondazione CMCC. L’indagine, guidata da David Docquier (Earth and Life Institute, Université catholique de Louvain, Belgium) è pubblicata sulla prestigiosa rivista Climate Dynamics con il titolo “Impact of model resolution on Arctic Sea Ice and North Atlantic Ocean Heat Transport”.
Il progetto “Primavera”, è la parte europea e il cervello di uno sforzo internazionale (HighResMIP, che partecipa al Coupled Model Intercomparison Project 6, CMIP6, in supporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e grazie a questo progetto – spiega il ricercatore Alessio Bellucci – “è stato possibile analizzare per la prima volta in modo sistematico l’impatto della risoluzione dei modelli climatici su diversi processi cruciali per la dinamica del clima globale”.
Lo studio, in particolare, si focalizza sull’Artico e sulla complessa relazione tra il ghiaccio marino (estensione e spessore) e la circolazione oceanica. “Sappiamo – continua il ricercatore – che il trasporto di acque più calde provenienti dall’Atlantico è uno dei fattori responsabili della riduzione dei ghiacci artici osservata negli ultimi decenni. Grazie all’analisi coordinata di esperimenti condotti con cinque diversi modelli (tra cui il modello del CMCC), utilizzando un protocollo sperimentale concordato, è stato possibile studiare per la prima volta nel dettaglio l’impatto della risoluzione dei modelli sulla rappresentazione dell’interazione tra ghiaccio marino e circolazione oceanica. In tale contesto, si è visto, in particolare, che il grado di realismo nella rappresentazione dei processi oceanici gioca un ruolo primario, mentre il ruolo della risoluzione dei processi atmosferici appare più incerto”.