Roma, 21 ag – La Cina ha attaccato oggi Facebook e Twitter, dopo che i social network hanno sospeso un migliaio di account perché diffondevano disinformazione di Pechino in merito alle proteste a Hong Kong. Due giorni fa Twitter ha annunciato il blocco di 936 account usati per “seminare discordia politica a Hong Kong”. Facebook ha detto di aver rimosso, su segnalazione di Twitter, “sette pagine, tre gruppi e cinque account” che “postavano frequentemente notizie politiche locali e questioni comprese vicende come quelle delle proteste in corso a Hong Kong”.

Facebook ieri ha affermato che le pagine oscurate erano direttamente attribuibili al governo di Pechino. “Twitter e Facebook hanno abusato della libertà della stampa, quando hanno scelto di censurare account originati in Cina che rivelavano le proteste a Hong Kong”, si legge in un editoriale del Quotidiano del Popolo, il giornale del Partito comunista cinese.

Pechino ha bollato come violenti i dimostranti che da tre mesi scendono in piazza per protestare contro la proposta di legge sull’estradizione e contro la leader dell’amministrazione dell’ex colonia britannica, Carrie Lam. Inoltre ha parlato di “segnali di terrorismo” nella protesta e ha ventilato la possibilità che entità straniere, gli Usa in particolare, soffino sul fuoco delle dimostrazioni per suscitare una rivoluzione colorata.

Secondo il Quotidiano del Popolo, i profili bloccati lungi dal diffondere fake news, rappresentavano “la gioventù cinese che ha i suoi metodi per prendersi cura e sostenere Hong Kong sulle piattaforme media”.

Per questo, Twitter e Facebook “hanno direttamente squarciato il velo che ricopriva la cosiddetta libertà di stampa occidentale, dicendo al mondo che non c’è vera libertà e non c’è verità che sia obiettiva, neutrale, razionale, ma che il controllo dell’informazione è al servizio di specifici paesi, che l’informazione blocca e filtra sulla base di stereotipi e composizione ideologica”.

Twitter, in particolare, è descritto come uno strumento per “consolidare l’egemonia nel Cyberspazio dell’America”. Facebook, invece, si è mossa sull’assunto che l’America sia politicamente corretta.