Roma, 23 ago – La situazione in Amazzonia, devastata dalla deforestazione e dagli incendi, è “fuori controllo”. Lo ha denunciato la militante ambientalista brasiliana Marina Silva, accusando il governo di destra di Jair Bolsonaro di consentire “un’azione frenetica” che condiziona un’ecosistema vitale per il pianeta.
L’ex candidato alle elezioni presidenziali, in visita a Bogotà, ha affermato nel corso di un’intervista che il Paese latino-americano dispone del know-how e della “tecnologia” per neutralizzare gli incendi che divorano vaste superfici di giungla a causa, secondo lei, della “negligenza” dello staff di Bolsonaro, piuttosto scettico sul clima.
Marina Silva, che è stata anche Ministro dell’Ambiente dal 2003 al 2008 del governo Lula da Silva (2003-10), ha indicato che si sta formando un movimento per pretendere che il parlamento scarti le iniziative legislative “contrarie” alla protezione della natura. Vincitrice del prestigioso premio Goldman Environmental nel 1996, ha severamente criticato il Presidente del suo Paese, affermando che quanto accade in Amazzonia – il 60 per cento della quale si trova in Brasile – rappresenta un “crimine contro l’umanità”.