Connessi e al tempo stesso impegnati. Il cuore grande degli italiani esce fuori dalla nuova edizione di Donare 3.0, studio condotto da Doxa. L’81% degli internauti ha effettuato donazioni nel corso del 2018, permettendo in questo modo all’Italia di proseguire un posizionamento declinato al positivo nel campo della solidarietà. Donazioni online e in mobilità: cresce anche l’utilizzo del mobile come strumento preferito per effettuarle. Con gli ambiti legati alla salute e alla ricerca a dominare le preferenze per la fascia più matura della popolazione, mentre educazione e formazione catturano l’attenzione dei millennial.
La quinta edizione dello studio fotografa quanto le donazioni siano diffuse nella popolazione italiana connessa a Internet, mettendo a fuoco anche abitudini, atteggiamenti e barriere che caratterizzano il comportamento degli utenti. La ricerca quantitativa è stata svolta con 1.000 interviste rappresentative dei circa 20 milioni di italiani connessi di un’età compresa tra i 18 e i 64 anni. Obiettivo: osservare quanto il fenomeno delle donazioni è penetrato nella popolazione.
Identikit del donatore online – Crescono i donatori “saltuari” (32%), con più italiani che scelgono di effettuare una donazione più volte durante lo stesso anno. E cresce la donazione da mobile attraverso gli smartphone (24%). Al punto che la donazione online si afferma come la seconda modalità più utilizzata dopo quella contante. C’è di più. La ricerca Doxa fotografa come il 24% degli italiani adotti i dispositivi mobili come piattaforma preferita per le donazioni, mentre il 60% sceglie ancora la modalità da pc. Una donazione immediata, sicura, certificata. Perché per i navigatori rimane alta l’attenzione sull’utilizzo dei fondi raccolti: il 66% degli italiani afferma di non donare a enti che non consentono di verificare come vengano utilizzate le donazioni e i risultati raggiunti. Donatori connessi e con le idee più chiare rispetto al passato, segno di una maggiore consapevolezza. Nel corso dello scorso anno gli italiani hanno optato prevalentemente per donare ad una singola associazione: si tratta del 35% a fronte del 28% del 2017.
Le associazioni alle quali sono state fatte donazioni negli ultimi dodici mesi sono quelle legate principalmente alla salute e alla ricerca (58%), all’assistenza sociale (28%), alle emergenze ambientali e territoriali e alla Protezione Civile (25%), alla tutela dell’ambiente e degli animali, (25%) e al sostegno dei servizi per la disabilità (24%). Ma attenzione. L’età anagrafica polarizza le opzioni: la fascia più matura dei baby boomer è più attenta alla salute, ma meno pronta nei confronti di emergenze ambientali. Un atteggiamento diametralmente opposto alla Generazione X. Invece i millennial risultano più attivi nel volontariato, ma soltanto 1 su 4 è un donatore. Quindi dedicano più tempo a “fare del bene” tramite attività di volontariato, piuttosto che scegliere di percorrere la strada della donazione: il 70% degli intervistati è stato coinvolto in campagne di raccolta fondi personale in occasione di eventi sportivi, festeggiamenti o commemorazioni.