Roma, 3 set – Il primo ministro britannico Boris Johnson si prepara a uno scontro epico con l’opposizione e i ribelli interni al suo partito conservatore sulla Brexit tra oggi e e domani, in un parlamento che tenterà e con tutta probabilità riuscirà a prendere il controllo dell’agenda per fermare un divorzio dall’Europa senza accordo.
Oggi Johnson ha visto i cosiddetti “tory ribelli”, una dozzina di deputati capeggiati dall’ex ministro delle finanze Philip Hammond, che non vogliono seguire la linea del capo di portare il Paese fuori dalla Ue a ogni costo il prossimo 31 ottobre. Dopo che ieri Johnson ha minacciato di espellerli dal partito e di non ricandidarli alle prossime elezioni, l’incontro non è stato dei più distesi e al termine è trapelato che i ribelli non hanno alcuna intenzione di modificare la loro linea.
Stasera e domani voteranno il disegno di legge presentato dal laburista Hilary Benn, che vincola il governo a evitare una Brexit no deal. E Hammond si è detto convinto che il testo passerà. D’altra parte il governo ai Comuni ha un maggioranza di un solo seggio, tra conservatori e alleati unionisti nordirlandesi del Dup. Ieri Downing Street ha fatto sapere che il premier premerà per un voto anticipato il prossimo 14 ottobre se il disegno di legge Benn verrà approvato.
Ufficialmente Johnson ha detto di non volere il ricorso alle urne, ma ha aggiunto che i progressi nel negoziato con la Ue sarebbero “impossibili” se avesse le mani legate dalla volontà del parlamento. Progressi di cui non vi sarebbe comunque traccia, secondo quanto fatto trapelare da Bruxelles.
Per indire il voto anticipato in base alla legge Johnson ha bisogno dell’assenso dei due terzi dei 650 deputati britannici. Ma se ieri il leader laburista Jeremy Corbyn si è detto “deliziato” dalla prospettiva di un voto subito, oggi circolano insistenti voci che la linea laburista è cambiata, nel timore che il governo modifichi la data delle elezioni in corsa, spostandole a un momento successivo a quella della Brexit catastrofe che incombe a fine ottobre.
Non sarebbe nulla di strano per un esecutivo che ha smentito fino all’ultimo il progetto di chiusura è prolungata del parlamento tra settembre e ottobre prima di metterlo in atto. Intanto il direttivo Labour è convocato per stasera e sono preannunciate “novità” sulle elezioni.
Tecnicamente stasera, intorno alle 23 italiane, l’aula dei Comuni voterà sull’ammissibiltà del dibattito sul disegno di legge per fermare il no deal, che poi verrà votato nel merito domani in serata. Già stasera dunque emergeranno gli schieramenti che si daranno battaglia sulla Brexit.
Da registrare che la sterlina oggi ha toccato il minimo da tre anni contro dollaro sotto 1,20 dollari, toccato brevemente in occasione del cosiddetto “flash crash” dell’ottobre 2016. Prima di allora la sterlina non è mai stata sotto 1,20 dollari dal 1985.