Roma, 30 ago – Il Giappone cerca di sfidare la politica della Cina verso l’Africa, proponendosi come alternativa agli investimenti di Pechino che, a dire di Tokyo, incastrano i Paesi africani nella “trappola del debito”. E’ questo l’esito della tre giorni di conferenza TICAD, che si è conclusa oggi a Yokohama.
La Tokyo International Conference on African Development (TICAD) ha prodotto una dichiarazione congiunta che invoca “investimenti infrastrutturali di qualità”, mentre i progetti infrastrutturali sponsorizzati da Pechino sono velatamente accusati di essere un modo per intrappolare nel debito i Paesi, perché realizzati con prestiti ad alto tasso d’interesse.
Alla conferenza hanno preso parte 42 alti dirigenti di Paesi africani: presidenti, vicepresidenti e primi ministri. Già al G20 di Osaka, a giugno, il Giappone ha proposto un’agenda sugli investimenti di qualità, che pone tra i requisiti la sostenibilità dei prestiti per i Paesi che ricevono l’infrastruttura. Il documento è stato adottato dai Venti, tra i quali c’è la Cina.
Alla conferenza il primo ministro Shinzo Abe ha annunciato un piano per inviare in 30 Paesi africani esperti in debito sovrano e di valutazione del rischio del debito per aiutare i leader locali.
L’iniziativa giapponese, secondo gli esperti, tuttavia riuscirà difficilmente a competere con quella cinese. In Africa ci sono al momento 3.700 aziende cinesi, con un milione di cittadini della Repubblica popolare che vivono nel continente. Le aziende giapponesi presenti in Africa sono solo 800.