Roma, 3 set – Chi lavora a scuola guadagna poco. Anzi, pochissimo. Lo conferma l’agenzia di rappresentanza dell’amministrazione pubblica (Aran), che è andata a quantificare i compensi del personale scolastico fino all’anno 2017, assieme alle elaborazioni statistiche sulle retribuzioni medie del personale della pubblica amministrazione per tipologia di personale. I numeri confermano che i docenti sono il fanalino di coda della P.A: il compenso annuo è pari a soli 29.629 euro lordi, con gli insegnanti a tempo indeterminato appena sopra di quasi 300 euro, i colleghi precari fermi a 27.173 euro. Si elevano un po’ i docenti di religione, il cui guadagno medio annuo arriva a 32.321 euro lordi.
Ancor meno dei docenti guadagna il personale Ata, per il quale la Ragioneria generale dello Stato propone un unico dato stipendiale di categoria: lo stipendio medio annuale è di 22.154 euro, anche questi lordi. Una cifra che, al netto, per un collaboratore scolastico neo assunto si trasforma in mille euro al mese e che per gli amministrativi a fine carriera arriva a malapena a 1.400 euro.
Il confronto dei compensi dei dipendenti della scuola con gli altri lavoratori dei comparti pubblici è impietoso. Tra i dipendenti statali, il cui salario medio è pari al 34.491 euro, quelli pagati meglio risultano quelli della Presidenza del consiglio con 64.611 euro annui, seguiti delle autorità indipendenti con 91.259 e dal personale cosiddetto non contrattualizzato, in particolare i magistrati (137.294). In fondo alla classifica, ma sempre prima della scuola, ci sono i ministeri (30.140).