Roma, 3 set – In Italia, i livelli di istruzione della popolazione sono in aumento ma restano ancora inferiori a quelli medi europei; sul divario incide la bassa quota di titoli terziari. Il vantaggio occupazionale dei laureati è decisamente in crescita. Rispetto agli uomini, le donne conseguono più elevati livelli di istruzione e maggiori vantaggi occupazionali al crescere del livello di istruzione ma i tassi di occupazione restano ampiamente inferiori. E’ quanto emerge da un report dell’Istat.
In Italia, la quota di 25-64enni in possesso di almeno un titolo di studio secondario superiore è stimata pari a 61,7% nel 2018 (+0,8 punti percentuali sul 2017), un valore molto inferiore a quello medio europeo, pari a 78,1% (+0,6 punti sul 2017). Su questa differenza incide la bassa quota di 25-64enni con un titolo di studio terziario: meno di due su dieci in Italia (19,3%, +0,6 punti rispetto all’anno precedente) contro oltre tre su dieci in Europa (32,3%, +0,8 punti rispetto all’anno precedente). Il trend degli ultimi anni è positivo; tuttavia, tra il 2014 e il 2018 la quota di popolazione con laurea ha avuto una crescita più contenuta di quella Ue (2,4 punti contro 3 punti).
Tra i maggiori paesi europei, Italia e Spagna hanno in comune il marcato vantaggio delle donne nei livelli di istruzione. Nel nostro Paese, le donne almeno diplomate sono il 63,8% contro il 59,7% degli uomini mentre la differenza di genere nella media Ue è meno di un punto percentuale. Sul fronte del titolo di studio terziario, il vantaggio femminile – evidente anche nella media europea – è comunque più accentuato in Italia: 22,1% e 16,5% le quote femminili e maschili. I livelli di istruzione femminili sono peraltro aumentati più velocemente nel tempo: in quattro anni si registrano +2,8 punti per le donne almeno diplomate (contro +2,1 punti per gli uomini) e +3,2 punti per le laureate (contro +1,6 punti).
Sul territorio nazionale il più basso livello di istruzione si riscontra nel Mezzogiorno, dove poco più di un adulto su due ha conseguito almeno il diploma di scuola secondaria superiore; al Centro si stima invece il valore più alto, oltre due adulti su tre. Situazione analoga si rileva per il livello di istruzione terziario, ancora una volta minimo nel Mezzogiorno (15,3%) e massimo al Centro (23,3%). Le differenze territoriali permangono indipendentemente dal genere, ma sono più marcate per la componente femminile. Tra il 2014 e il 2018 le quote di adulti almeno diplomati e laureati sono aumentate di più al Nord mentre nel Mezzogiorno l’incremento dei laureati è risultato piuttosto esiguo.