Roma, 11 set – L’Italia ha la quota più alta di docenti ultra 50enni tra i Paesi dell’Ocse (59%) e dovrà rinnovare circa la metà del suo corpo docente nel prossimo decennio. Tuttavia. Lo rileva l’Organizzazione per la coooperazione e lo sviluppo economico, nella scheda sulla Penisola contenuta nel rapporto annuale “Education at a Glance”. L’Italia ha anche la quota più bassa di insegnanti nella popolazione di età compresa tra i 25 e i 34 anni nei Paesi dell’Ocse.
In Italia il conseguimento di un titolo di studio dell’istruzione terziaria sta aumentando presso le generazioni più giovani, ma resta relativamente basso rispetto alle medie dei Paesi avanzati. Nel 2018 la quota di 25-64enni con un’istruzione terziaria era del 19%, rispetto al 28% tra i 25-34enni e al 4 per cento della Media Ocse.
In Italia, si legge, gli adulti con un titolo di studio dell’istruzione terziaria in alcuni degli ambiti relativi a scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (note come discipline Stem) registrano tassi di occupazione prossimi alla media Ocse. Questo è il caso per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (87%), ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia (85%). La quota di adulti con un’istruzione terziaria in ingegneria, industria manifatturiera ed edilizia è comparativamente bassa (15%), sebbene sia leggermente più alta tra i neo-laureati (17%).
Il tasso d’impiego degli adulti con un’istruzione terziaria nel campo delle discipline artistiche e umanistiche, nelle scienze sociali, nel settore dell’informazione è relativamente basso (77%), anche se queste restano tra le discipline più popolari.
L’Italia ha la quota più alta di docenti ultra 50enni tra i Paesi dell’Ocse (59%) e dovrà rinnovare circa la metà del suo corpo docente nel prossimo decennio. Tuttavia, l’Italia ha la quota più bassa di insegnanti nella popolazione di età compresa tra i 25 e i 34 anni nei Paesi dell’Ocse.
L’istruzione e la formazione tecnica e professionale (nota come Tvet) è un percorso alternativo per l’ingresso nel mondo del lavoro. Secondo l’ente parigino i giovani adulti (25-34enni) che hanno raggiunto un livello d’istruzione secondario o post-secondario non terziario professionale hanno prospettive d’impiego simili ai giovani che hanno ottenuto un titolo di studio terziario.
L’istruzione nella scuola dell’infanzia (pre-primaria) è principalmente erogata dal settore pubblico, con il 72% dei bambini iscritti presso istituti pubblici. In Italia il tasso d’iscrizione scolastica dei bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni è del 94%, un valore superiore alla media Ocse.